a cura di
Serena Capotorto - Sara Cascelli
Maria Fabbricatore - Laura Porelli
Paola Rocco

Teatro Piccolo Eliseo

 

4:48 PSYCHOSIS
di Sarah Kane

traduzione Barbara Nativi
con Giovanna Bozzolo
scene e luci Gianni Carluccio
suono Hubert Westkemper
collaborazioni artistiche
Alessandra Sini, Francesco Lupi Timini e StalkerVideo, Colomba Leddi
regia Daniele Abbado
produzione CRT Artificio Milano

dall’8 al 20 febbraio 2005


“Questo non è un mondo in cui ho voglia di vivere.“ Sarah Kane

Nuovo omaggio a Sarah Kane, voce di spicco della scena anglosassone. Dopo la rivisitazione del mito con l’Accademia degli Artefatti in Phaedra’s love, il Piccolo Eliseo ospita il suo ultimo copione, sfida poetica per molti artisti italiani negli ultimi anni. Fin dal titolo, che riporta un tragico dato statistico – l’esatto momento in cui più numerosi si registrano i casi di suicidio – 4:48 Psychosis si segnala come uno dei testi più lucidi e più alti della drammaturgia europea contemporanea. 4:48 Psychosis è anche l’ultimo testo scritto da Sarah Kane e nonostante l’autrice escludesse con forza la presenza di spunti autobiografici nel suo teatro, non si può ignorare che dopo questo lavoro si è suicidata.
Come un incubo dell’inconscio dipinge un presente instabile e ossessivo, un malessere generato dall’inadeguatezza del mondo interiore della protagonista rispetto al mondo circostante, attraverso silenzi, imprevedibili lacerazioni e un linguaggio intimamente violento e spietato. Uno spettacolo che toglie il fiato grazie a un testo di grande lucidità e altissima poesia, a un’interprete dalla sofferta energia nel corpo e nelle parole, a una regia che calibra perfettamente il buio delle scene con la luce bianca di lampi abbaglianti.
“C'è in Psychosis – scrive in una sua nota Giovanna Bozzolo, protagonista di questo allestimento – una domanda sulla vita, sul suo senso e sulla propria collocazione nel mondo che assume dimensione tragica. Un tragico contemporaneo senza luce di speranza. Abita in ciascuno di noi, è il mostro da combattere per sopravvivere. Non c'è cura né conforto né alibi. È un corpo a corpo con i propri demoni, un girone infernale da cui è impossibile uscire. Pur nel suo estremismo tematico ed esistenziale, Psychosis parla a tutti noi, dà voce alla insofferenza di vivere che si affaccia prima o poi alla nostra coscienza. Queste le ragioni della grande eco suscitata da questo testo, le cui ragioni e la cui potenza travalicano l'autobiografia del suicidio reale dell'autrice.
Sono le parole che ciascuno di noi ha dentro di sé, che voglia o no ascoltarle. Un flusso di coscienza che ha nobili antenati nella letteratura del Novecento e che qui arriva al culmine di una scrittura al limite della afonia. Tanti gli spazi bianchi del pensiero non detto, in cui ciascuno spettatore si perde per lasciare emergere la propria angoscia che finalmente trova voce: un urlo di impotenza”.

Orario degli spettacoli:
martedì, mercoledi, venerdi, sabato – ore 20,45
giovedì ore 16,30
domenica ore 17
lunedì riposo

 

 


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