a cura di
Serena Capotorto - Sara Cascelli
Maria Fabbricatore - Laura Porelli
Paola Rocco

Teatro Politecnico

“LO STATO DEGLI HAMBLIN”

scritto e diretto da
Marco Andreoli

con la Compagnia “Circo Bordeaux”:
Anna Amato, Roberto Manzi, Amanda Cicchi, Paolo Cioni,
Manuela Congia, Michele Riondino, Cristiana Vaccaro

TEATRO IL POLITECNICO - 21 - 23 DICEMBRE 2004

Debutta il 21 dicembre sulla scena del Teatro Il Politecnico “Lo stato degli Hamblin”, spettacolo scritto e diretto da Marco Andreoli, con la compagnia Teatrale “Circo Bordeaux”, presentato dall’Associazione Salute e Benessere e realizzato con il sostegno del COMUNE DI ROMA, Assessorato alle Politiche Culturali, Dipartimento Cultura Sport Topomastica, Ufficio Spettacolo.
Primo di un trittico di lavori teatrali rivolti alla pittura e ai suoi maestri, lo spettacolo è dedicato ad
Edward Hopper, tra i più popolari artisti statunitensi del ‘900, che descrisse col singolare realismo delle sue opere, scenari dell’America anni ’60 che alla trama dello spettacolo fanno da sfondo.

Orangeville, NY. La famiglia Hamblin è una normalissima famiglia americana. Così come la famiglia Smith. Così come pure i Tyler, i Bennett, gli Arnett. Nessuna testa calda, nessun passo azzardato, mai. Soltanto una grande e totale fiducia nei confronti del sistema di valori condiviso. Per essere felici ad Orangeville basta poco: una bella casa, un posto dove bere qualcosa con gli amici, una giornata di sole, ogni tanto. Cosa potrebbe adombrare un quadro tanto perfetto?

Qualcosa che non va. Qualcosa che si insinua sottopelle, che penetra gli sguardi e i movimenti. Qualcosa che nessuno osa dire ma che ha il sapore amaro di una morte inaccettabile.
Le basi di una felicità da copertina orgogliosamente ostentata, si rivelano nella loro fragilità, sotto il peso di un insopportabile senso di colpa celato con un’ipocrisia tale da ricreare, ogni volta, ogni giorno, un dipinto perfetto, senza crepe, senza macchie.

La condizione degli Hamblin, il loro stato, sono estremi e deflagranti. La loro faccia denuncia la perdita definitiva di qualcosa di preziosissimo. La loro vita è una ripetizione da sit-com. Per capirci qualcosa, bisogna rovesciare lo spazio, la scena; ridefinire i confini del fare e del pensare di fare; così come quelli del dire e del voler dire. In questo modo il quadro generale può apparire in tutta la sua verità: quella dell’amore di maniera, quella del rispetto di facciata, quella del saluto di cortesia.
Tutt’intorno c’è l’America di King e quella di Cheever, quella di Marylin e quella di JFK.
Lontana eppure vicinissima: quasi una riproduzione ingigantita di Orangeville e delle sue menzogne.

Idea ispiratrice dello spettacolo è la semplice visione, calma ed attenta, dei quadri di Edward Hopper e la messa in scena ne è una sorta di lettura alternativa e personale. È il tentativo trascrivere i dialoghi dei personaggi dipinti, le loro azioni, i contesti in cui vivono. È lo studio, parziale e opinabile, di uno stato d’animo comune e inesplicabile.
Nessuna vera storia o meglio: una storia che sta intorno allo spettacolo, che lo segna, lo muove, lo agita senza mai entrarvi veramente. Cosicché ciò che Hopper ha lasciato fuori dai quadri, resta fuori anche da questo spettacolo.




Teatro Il Politecnico, via G. B. Tiepolo, 13/A Roma – tel. 06.3219891 – 06.3611501 -
Dal 21 al 23 DICEMBRE - ore 21:00 – Ingresso € 7,00 – ridotto € 5,00
Info: info@arteinsoffitta.it www.dncgruppoeventi.it


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