a cura di
Serena Capotorto - Sara Cascelli
Maria Fabbricatore - Laura Porelli
Paola Rocco

Teatro Valle

 

La Contemporanea 83

OTTAVIA PICCOLO

in

TERRA DI LATTE E MIELE

di Manuela Dviri
con la collaborazione di Silvano Piccardi
con Enzo Curcurù
scene Marco Capuana
musiche Luigi Cinque
regia Silvano Piccardi

dall'8 al 20 febbraio 2005

Frammenti di vita registrati in presa diretta, ventiquattr’ore trascorse in una casa borghese di Gerusalemme. È il sabato prima del digiuno del kippur; la giornata sembra nascere tranquillamente presto, però, la tragedia “esterna” irrompe nella vita della protagonista. TERRA DI LATTE E MIELE è la definizione biblica della terra promessa: oggi è uno spettacolo che arriva dall'8 al 20 febbraio al Teatro Valle per raccontare la storia di Leah, regista di documentari, pacifista, che ha scelto di vivere per amore in quella terra tormentata e proprio lì comincia un viaggio dentro se stessa, il suo passato, la lotte sostenute contro la guerra.
È Ottavia Piccolo, guidata da Silvano Piccardi e con la complicità in scena di Enzo Curcurù, ad interrogarsi su questo conflitto vicino ed aspro, senza soluzioni e di cui sembrano perse le ragioni, portando sulla scena “un pezzo di vita di una donna vera, in un mondo reale”. Dopo aver affrontato il dramma dei desaparecidos, l'attrice - interprete generosa e attenta del suo tempo - dà voce al grido doloroso, ai dubbi di una donna, per ogni donna che non vuole schierarsi ed arrendersi all'orrore.
La voglia di quotidianità, le convinzioni di Leah, i suoi affetti, le amicizie, costantemente minati dal dolore e dal lutto, dagli squilli incessanti del telefono, dal rumore terribile dei bombardamenti e dagli attentati, sono anche quelli vissuti sulla propria pelle dalla giornalista Manuela Dviri: come la protagonista di questo racconto teatrale, l’autrice ha scelto Gerusalemme come casa, ed è diventata molto nota in Israele proprio per la sua tenace battaglia contro l’annoso confitto nei territori, intrapresa in modo particolarmente deciso dopo la morte del figlio militare.
Attraverso questo testo teatrale, la scrittrice vuole portare sulla scena uno spaccato del nostro mondo contemporaneo, visto con gli occhi di una donna alla ricerca di una vita normale e di un dialogo costante, impegnata in un difficile percorso in cui viene annullata ogni sua pur minima certezza.

 


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