"La cultura
e l'arte non fanno spettatori. Gli italiani hanno i programmi
che meritano".
Una
Bocca di fuoco sputa vetriolo sulla TV italiana.
Il grande Giorgio Bocca ci traccia con profonda obiettività
un preoccupante profilo del panorama televisivo nazionale.
di Feliciana
Di Spirito
Come
definire la televisione italiana? L'apoteosi d'indecenze ed
idiozie, di un'ignoranza che non conosce vergogna, nè il buon
senso di nascondersi, anzi mostrandosi come esempio, di luoghi
comuni e voyeurismo di carne e di spirito, al limite dell'endoscopia?
Giorgio Bocca, uno dei più autorevoli opinio-nisti italiani
ci ha ricevuti a Milano, nel suo studio privato, in zona Magenta,
per esprimerci il suo parere.
Come
spiega il successo di una trasmissione tipo "Il Grande Fratello"?
Misteri
della televisione! Misteri un po' simili a quelli che possono
decretare o meno il successo di un libro. Capita, di tanto in
tanto, che un libro come "Il Nome della Rosa" di Umberto Eco,
pur essendo un libro difficile e tutto sommato molto noioso,
abbia un successo enorme. Anche Susanna Tamaro non
si capisce perchè abbia venduto milioni di copie.
Le pare
giusto invitare in TV Cristina, la vincitrice del Grande Fratello,
che piange per la nonna deceduta, oppure Pietro Taricone che,
in prima sera-ta dà pareri su argomenti che ignora, barcamenandosi,
come può, nel buio assoluto?
Si sa che lo scopo di certi programmi d'intrattenimento è fare
audience e quindi trasmettono il peggio che ci sia in un paeseal
limite del cattivo gusto. Si escogitano trucchi di propaganda
come per il programma di quel comico romagnolo, Daniele Luttazzi.
E così crei un caso intorno a ciò che un caso non è. Si tratta
semplicemente di un poveretto che fa battute che non fanno ridere.
Io non riesco a ridere neanche sforzandomi. "Il Grande Fratello",
come nel passato "Lascia o raddoppia", dimostra la povertà di
spi-rito, la povertà di vita della maggior parte della popolazione
che si accontenta davvero di poco.
Ma
è triste…
Certo
che molto confortante non è. Ad ogni modo bisogna inquadrare
la televisione nel contesto della società di massa, la cui regola
principale è il profitto. Chi fa televisione tende a rivolgersi
più alla quantità che alla qualità. Se un programma è seguito
da due milioni di perso-ne, che è già una cifra enorme, è un
fallimento perchè deve raggiungere dieci milioni di persone!
Più si alza l'auditel più si abbassa il livello?
Certo
che la cultura, l'arte non sono adatte a creare masse di spettatori.
Nel passato ci sono state rare espressioni artistiche che sono
state popolari, ad esempio il melodramma. Tutta la pittura di
questo secolo è stata disprezzata, anche gli impressionisti.
Gran parte delle cose che avvengono non sono descrivibili fa-cilmente,
non si possono raccontare in modo leggero. Tutto ciò che è com-plesso
è respinto dalla televisione di massa.
Cosa
pensa degli uomini che fanno TV?
Costanzo
è un domatore di scimmie cretine, un professionista di programmi
popolari, un uomo di grande potere anche politico, uno che si
sa preservare, contrariamente a Emilio Fede che è servo. Vittorio
Sgarbi, nei suoi sgarbi quotidiani, è l'espressione di una aggressività
per me incompren-sibile. Mike Bongiorno, nonostante sia diventato
ripugnante, è sempre li. Ormai la gente si è abituata a lui,
rassegnata alla sua eterna presenza.
Anche lei ha fatto televisione…
Io
ho avuto un'esperienza televisiva chiarificatrice, in quanto
mi ha rivelato immediatamente che ero negato per la televisione.
Quindi
ha lasciato perdere?
Si
perché, venendo dal giornalismo, pensavo di fare servizi informativi,
ma alla gente non interessavano per nulla e quindi venivo trasmesso
nella fascia dell'insonnia, all'una di notte. Può darsi che
se avessi mostrato delle donne nude avrebbero funzionato. Invece
trattavo problemi economici, come l'agricoltura. Oggi anche
l'economia e la politica, come dice Umberto Eco, tendono ad
essere spettacolo.
E' l'era della spettacolarizzazione?
La
nuova economia "dello schermo e del sorriso" è un'economia basata
più sullo spettacolo che sulla produzione tecnica. Quando anche
l'informazione diventa produzione, inventi dei prodotti che
non esistono e li inventi attraverso la propaganda, l'informazione.
Tutto tende ai bisogni che non ci sono ma che vengono creati.
Quali
sono gli effetti negativi della televisione?
Aiuta
la gente a continuare a camminare nel buio. Uno dei principali
sostenitori di questo vagare nel buio, come se ciò fosse un
pregio, è Silvio Berlusconi che dice delle imbecillità incredibili.
Certo che un corrotto e un corruttore che ha avuto successo,
diventa per molti un esempio, e non è un caso se tra la gente
si è diffusa una certa attrazione per il male.