Il
noto psichiatra Paolo Crepet ci spiega l'incomprensibile successo
del "Grande Fratello"
Per
mesi il nulla è entrato nei salotti italiani
"Giovani
spremuti fino alla fine per le esigenze di una televisione spietata
che sfrutta senza scrupoli i sogni di gloria di vittime ignare.
Il triste risveglio sarà addirittura devastante per i più deboli.
Per fortuna nel cinico mondo dello spettacolo ci sono, rari come
perle, anche dei gentiluomini"
di
Stefania
Chiolo
Una
volta si delirava per i Beatles, i Rolling Stones, Clark Gable,
Marlon Brando e altri uomini e donne dal grande carisma che incarnavano
i nostri desideri più inconsci e ci regalavano forti emozioni, oggi
assistiamo a scene di delirio collettivo per Pietro Taricone, per
Marina La Rosa, che abbiamo conosciuti solo come interpreti di ordinaria
quotidianità. Dov'è il pathos, come si spiega tutto questo successo?
Il "Grande Fratello" è stata una immensa operazione di marketing,
ben organizzata e orchestrata avvalendosi di ogni strumento della
moderna tecnologia, riuscendo a coinvolgere bambini, adolescenti
e adulti. Un grande successo porta all'identificazione con il
protagonista. In questa ottica si spiega l'incomprensibile ed
eccessivo successo degli "attori" del "Grande Fratello".
Anche
persone culturalmente insospettabili hanno elogiato l'interesse
antropologico di quella forzata convivenza e annesso isolamento
dal mondo esterno, messi in scena per dimostrarne gli effetti
coesivi o "antagonizzanti" sul gruppo e i singoli...
Stendiamo
un velo pietoso sulla sorte degli intellettuali italiani. Anche
io ho provato a seguire il "Grande Fratello", che noia. Molto
meglio "Survivor", almeno l'ambientazione è più amena.
Alla
vigilia dello spettacolo, annunciato come il più grande evento
televisivo del nuovo millennio, critici televisivi di fama lo
hanno salutato come la risposta alle esigenze delle nuove generazioni
e un mezzo innovativo per avvicinarli al piccolo schermo. Ma non
ne sono già troppo schiavi?
Non è stato raggiunto nessuno degli altisonanti scopi prefissati
se non, che in questa società si può vendere tutto, compreso il
nulla. Complimenti ai produttori, hanno investito centinaia di
miliardi, per una operazione di marketing che ha portato il nulla
nei salotti degli italiani. Per mesi adolescenti e adulti hanno
colmato la penuria di argomenti di conversazione con le disquisizioni
in merito alle nomination della settimana.
Pietro
è il nuovo idolo delle ragazzine , Marina la più desiderata dagli
italiani, quanto durerà questa notorietà e che effetti avrà sulla
loro psiche quando inevitabilmente scemerà relegandoli nuovamente
nell'anonimato?
Sei
mesi non di più. Anche Marina che sembra la più furba avrà presto
un brutto risveglio. I costruttori del nulla li stanno spremendo
fino alla fine, tra apparizioni nei talk show, servizi fotografici,
spot, trasmissioni televisive e serate in discoteca. Sarà triste
e per i più deboli devastante, la discesa dal podio della notorietà
a buon prezzo.
Tutto
questo richiama inevitabilmente alla memoria il fenomeno delle
ragazze di "Non e` la Rai", che per un po' di tempo hanno vissuto
l'illusione di sfondare, di diventare qualcuno, ma poi....che
fine hanno fatto?
Il mondo dello spettacolo, più di ogni altro, sfrutta a proprio
uso le aspirazioni dei giovani, tutto e` lecito per vendere il
prodotto. E' così, oggi come ieri. Ma in tutto questo svendere
umanità e sogni ci sono, rari come perle, anche tanti gentiluomini.
A questo proposito cito Giuseppe Tornatore, mio amico, il quale
prima di scegliere il giovanissimo interprete per Malena, si è
posto il problema di quali effetti, la "scabrosità" di alcuni
aspetti del suo ruolo avrebbe avuto sulla psiche del bambino.
Quindi mi ha consultato, decidendo di adottare come criterio di
scelta, non solo l'aspetto esteriore, ma soprattutto la valutazione
del background del bambino, i suoi rapporti familiari, in primis
quello con la madre, l'andamento scolastico e cosi` via. Il fine
era sempre lo stesso, vendere un prodotto, in questo caso esportarlo
anche all'estero, ma ripeto, al mondo ci sono anche tanti gentiluomini.
(Foto
Nadia Scanziani)
- Articolo
Quell'occhio
indiscreto denominato "Grande fratello" -
Effetti & riflessi nella società, ad alcuni mesi dalla fine del
successo televisivo, che ha generato, in buona parte dell'Europa,
un vero e proprio fenomeno di massa. Si tirano ora le somme e
si fanno i primi bilanci - Un evento, che ha fatto scomodare (personaggi
dello spettacolo a parte), eminenti personalità del mondo culturale
e politico, alla ricerca del perché di un successo facile (e se
vogliamo) calcolato come questo, definito dal ricercatore Alberto
Cecchi, più che un programma, un progetto di comunicazione integrata
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