Incontro con Arnoldo
Foà, 87 anni appena compiuti, un "gentiluomo"
del palcoscenico |
"La
vita? E' una cosa meravigliosa" |
Il grande attore,
tra qualche giorno all'Auditorium di Roma con il suo nuovo spettacolo
"Novecento", ci racconta speranze e paure. Con una
certezza: la vita è bella |
di Paola Rocco
Arnoldo
Foà, 87 anni compiuti da poco, debutterà a marzo all'Auditorium
di Roma con uno spettacolo tratto da "Novecento" di Alessandro
Baricco.
Cosa ne pensa di questo nuovo spazio aperto a Roma?
"L'Auditorium è una cosa meravigliosa, un posto di una
bellezza eccezionale con una sonorità straordinaria. E' quanto
di meglio si possa desiderare, è stato messo su con gusto,
intelligenza. Sono felice di debuttare lì con il mio prossimo
spettacolo, è un testo molto bello, tenero e serio".
E dopo? A cosa sta lavorando?
"In questo momento sto scrivendo due commedie, una più
difficile e complicata dell'altra. Mi piacerebbe rappresentarle.
La prima è una commedia di costume, tratta delle notizie
che leggiamo sui giornali, delle difficoltà in cui viviamo,
e anche delle (poche) cose belle del quotidiano. Oggi succedono
cose assurde, delitti, omicidi per gelosia, per rabbia, per truffa…
Parla anche della ricerca di un lavoro, insomma di tutto quello
che sta avvenendo di questi tempi, della disperazione che stiamo
vivendo in questo momento per colpa non si sa bene di chi. Forse
di chi ci governa, che s'è scordato che la Terra è
la nostra casa, non ne abbiamo un'altra. Se la smettessero di distruggere
i boschi, di tradire la normalità della nostra origine".
E la seconda?
"Non è facile dirlo… Io sono ateo, ma credo nella
possibilità di una religione che sia a favore dell'umanità.
Non trovo che quello che Cristo ha cercato di insegnare agli uomini
sia stato effettivamente realizzato da chi doveva continuarne l'opera.
La Chiesa, con questa sua continua lotta contro la scienza, con
la sua ostilità verso il progresso, da Galileo in poi…
Il protagonista della mia commedia è un seguace di Cristo,
però è anche un ebreo che non ha mai rinunciato alla
sua ebraicità. E se ne va in giro, arriva in una casa, una
casa moderna, oggi, a Roma. Con tutto quel che ne segue… E'
un testo di una difficoltà esasperante, devo renderlo più
teatrale, adatto a esser rappresentato".
E' anche una commedia sulle differenze, quindi, e sulle difficoltà
di accettarle, d'integrarsi.
"Sì, mi sembra giusto parlarne, specie in questo momento
in cui si parla tanto di razzismo, si fanno cortei con la svastica,
si emargina chi è diverso dal gruppo. Sembra impossibile
che dopo tutte le tragedie del secolo scorso l'umanità continui
a commettere gli stessi errori, ma io ricordo le parole di un dramma
antico: 'L'uomo, qualunque sia il governo che lo guida, è
sempre uguale' ".
Pessimista, insomma?
"Per carità. Io sono sempre stato ottimista, forse perché
sento un amore infinito per ogni essere umano che mi passa accanto.
Se ci si pensa, ognuno di noi soffre, gode, passa attraverso più
o meno le stesse esperienze, eppure ogni uomo che nasce è
diverso dall'altro, un miracolo irripetibile. Per questo sono contento
di vivere, di conoscere sempre nuove cose e persone, vado molto
d'accordo con i giovani. Sono come un pesce che nuota tranquillo,
guardando la natura che lo circonda, con due alette piccole piccole
per spostarsi qua e là. Una vita meravigliosa".
Sito ufficiale Arnoldo Foà: www.italymedia.it/arnoldofoa
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