Marco
Simeoli: “Vi racconto il sesso in 90 minuti” |
Nati
per far ridere |
Incontro
con lo straordinario comico del trio “I Picari”,
impegnati in questi giorni al teatro dei Satiri di Roma |
di Serena Capotorto
Sono
trascorsi all’incirca 10 anni dalla nascita del trio comico
“i Picari” composto da Marco Simeoli, Augusto Fornari
e Roberto D'Alessandro. "Ci siamo conosciuti nel Laboratorio
teatrale di Arti sceniche diretto da Gigi Proietti." racconta
Marco Simeoli "Abbiamo fatto la stessa scuola di recitazione
e ci siamo uniti nel 1995, ed essendo molteplici le difficoltà
che un attore da solo deve affrontare per riuscire nel mondo dello
spettacolo, abbiamo deciso di essere gli unici responsabili di noi
stessi". Infatti i Picari sono autori e interpreti dei loro
spettacoli.
La vostra è una comicità
diversa, così come sono diversi i temi che affrontate nei
vostri spettacoli. Come mai questa scelta?
E’ vero la nostra comicità è diversa. Affrontiamo
grandi temi, anche pesanti e noiosi, cercando di raccontare rendendo
friabile, leggera e comica la materia. È iniziato tutto con
una trilogia di spettacoli, che ora è diventata una quadrilogia,
che dura 90 minuti: “La Bibbia in meno di 90 minuti”,
“Shakespeare per attori cani”, “Tutta l’opera
lirica in 90 minuti” ed ora siamo in scena al Teatro dei Satiri
con “Vengo anch’io. Tutto il sesso in 90 minuti (esclusi
i preliminari)”.
Il sesso è un argomento semplice
ma allo stesso tempo difficile da trattare. In che modo lo avete
esposto?
Non esiste autore che non abbia mai parlato di sesso. Il nostro
intento è stato quello di non essere banali ma di essere
sempre originali nel trattare un tema così facilmente diffuso.
Il copione è stato scritto da noi con l’ausilio di
Mario Scaletta e Andrea Lolli, nella speranza di far uscire una
cosa divertente, carina, non volgare, intelligente e non scontata.
È un insieme di follie sull’argomento del sesso, dei
suoi tabù e dei suoi luoghi comuni, tentando di sdrammatizzare
le problematiche a cui molte persone vanno incontro.
Chi è l’elemento femminile
dei vostri spettacoli?
Elementi principali dei nostri spettacoli sono il pubblico e la
presenza femminile. In “Tutta l’opera lirica in 90 minuti”
abbiamo cercato un soprano, in quanto il nostro tentativo era quello
di realizzare una full immersion "satirica" nel mondo
di soprani e tenori. Per “Vengo anch’io. Tutto il sesso
in 90 minuti (escluso i preliminari)” avevamo bisogno di una
donna che avesse una forte componente erotica e sensuale, e che
interpretasse la parte senza alcun imbarazzo. Così abbiamo
pensato a Sarah Cosmi, una delle protagoniste di “Fallo!”
di Tinto Brass. Che entrerà sulle sensuali note di Jessica
Rabbit.
Il vostro è un modo di fare teatro
molto particolare, non fate uso di attrezzature sceniche di forte
impatto, ma il vostro ascendente sul pubblico è notevole.
Qual è il vostro segreto?
Il nostro è un teatro legato agli attori, senza l’ausilio
della scenografia, infatti sul palco ci siamo solo noi, il tavolo,
le sedie e i nostri straordinari costumi realizzati da Isabel Angarita.
Tentiamo sempre di coinvolgere il pubblico nelle nostre rappresentazioni
e questo spesso è stato confuso come un tipo di animazione,
ma le modalità che utilizziamo sono completamente diverse
da quelle che fa un’animazione, il nostro è un virtuosismo
teatrale molto divertente.
Nei vostri spettacoli il pubblico è
molto coinvolto, questa volta cosa avete in serbo per lui?
Lo spettacolo è molto, molto divertente, ci sono suore scandalizzate,
interminabili corse di spermatozoi, ricette afrodisiache, scuole
di sesso zen, un sessuologo fissato con la
terza età, un cuoco calabrese e c’è la presenza
di voci fuori campo di Claudio Capone e di Sergio Fiorentini.
Siete autori ed interpreti dei vostri
spettacoli, da dove traete spunto per le vostre battute e le vostre
storie?
La nostra fonte d’ispirazione è la vita. I personaggi
nascono da osservazioni che facciamo sulla gente, dalle esperienze,
tanto che in un nostro spettacolo i protagonisti erano ispirati
a tre dei nostri compagni di scuola. Paradossalmente ci sono spunti
tratti da fatti realmente accaduti, che possono essere rappresentati
soltanto con giuste modifiche e dandogli una misura, perché
altrimenti sarebbero considerati inverosimili.
Qual è lo spettacolo che le è
piaciuto di più e le ha dato maggiori soddisfazioni?
Lo spettacolo che mi è piaciuto di più e che ha suscitato
in me maggior soddisfazione, è uno che non abbiamo citato,
“Zozzoni” diretto da Gigi Proietti. È una rappresentazione
molto divertente perché è una rilettura folle della
scoperta dell’America, dove viene narrato che tre zozzoni,
ossia tre ladri, entrano nell’appartamento di Cristoforo Colombo,
un uomo sadomaso, per rubare; ma in quell’istante arrivano
gli emissari del Tribunale dell’Inquisizione, e i tre zozzoni
danno una mano a Colombo a scappare, e gli danno anche lo spunto
per scoprire l’America. È una favola musicale. Purtroppo
però non siamo riusciti a riprodurla perché, essendo
una commedia, comporta un impegno produttivo notevole.
Come è nata la sua passione per
la recitazione, il teatro e la comicità?
Già da bambino giocavo a fare il presentatore e il cantante.
A 12 anni ho iniziato a recitare in un teatro amatoriale di Napoli,
all’inizio era solo una passione, ma dopo aver fatto la domanda
alla Scuola di Proietti ho coronato questo sogno. Amo Napoli perché
è la mia città, lì si è alimentata la
mia passione per il teatro, ma amo anche Roma per le occasioni che
mi ha offerto, la formazione che ho ricevuto, la possibilità
d’incontrare persone come Gigi Proietti, Ettore Scala, Fiorenzo
Fiorentini, scomparso nello scorso marzo, e al quale abbiamo dedicato
“Più Stupidi di così…”, una sua
invenzione. In scena eravamo noi Picari e le figlie di Fiorentini,
Roberta e Monica.
Se dovesse descrivere ognuno di voi, come
vi definireste?
Compreso me direi “il buono”, “il brutto”
e “il cattivo”, come il titolo di un nostro spettacolo;
rispettivamente: me, Augusto Fornari e Roberto D’Alessandro.
Volevamo chiamare lo spettacolo “il bello , il brutto e il
cattivo”, ma avevamo difficoltà a scegliere chi dei
tre potesse essere il bello.
Cosa rende così speciale il vostro
Trio?
Siamo tre componenti diversi e complementari. Ci completiamo ed
è proprio questa la nostra arma vincente, siamo uniti nelle
difficoltà a cui andiamo incontro, riusciamo a coinvolgere
il pubblico, senza imbarazzarlo, tentiamo di liberarci dalle barriere,
così come fa il teatro, con la sua capacità di estraniamento.
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