Lo psichiatra Morosini ci parla del suo libro sul male oscuro |
La depressione: ecco come conoscerla
e curarla |
Secondo l’autorevole esperto non sempre gli psicofarmaci sono indispensabili. Alla presentazione del suo libro presente Tara Gandhi. Presto il professore partirà alla volta dell’India per studiare un metodo applicativo per quella realtà sociale |
di Biagio Arixi
Pierluigi Morosini è ricercatore presso l'Istituto Superiore di Sanità, dove dirige il Reparto di Salute Mentale. E' epidemiologo e, in quanto tale, conosce e apprezza la statistica e la metodologia della ricerca scientifica applicata agli interventi sociosanitari e ai comportamenti umani; come psichiatra si interessa della distribuzione e delle cause del benessere e dei malesseri psichici.
Ha pubblicato, oltre a centinaia di lavori scientifici sulla valutazione dei servizi sanitari, e in particolare sull'efficacia degli interventi psicosociali in psichiatria, un manuale di autoterapia guidata sul male del secolo: "La depressione, cosa è e come superarla".
Per tale ragione il Professor Morosini ha ricevuto addirittura un invito dall'India da parte di Tara Gandhi Battachorjee, unica nipote diretta del Mahatma, per recarsi in quel paese e conoscere la grave realtà delle donne e dei bambini disadattati.
Il professore ha accolto l'invito con vivo interesse, e presto partirà alla volta del paese asiatico per conoscere quella realtà di grave malessere; non prima però di avere come ospite a Roma la stessa Tara Gandhi, in occasione della presentazione del suo libro sulla depressione.
Infatti, il prossimo mese, a Palazzo Ferrajoli, nel centro storico della capitale, è previsto un grande evento, alla presenza della stampa e dei media, dove si parlerà anche del progetto "Gandhi Indore" di cui la signora Tara, testimonial della serata, è la presidente. Il professor Morosini, orgoglioso della sua importante ospite, si prodigherà anche con altri eventi, a raccogliere fondi in favore della Fondazione Kasturba Gandhi National Trust per aiutare le persone disagiate dei villaggi indiani.
Lo abbiamo incontrato nel suo studio presso l’Istituto Superiore di Sanità, per rivolgergli alcune domande sulla depressione (male che colpisce una moltitudine di persone), nonché per conoscere l'ambizioso progetto che porterà, avanti, insieme alla signora Gandhi.
In che percentuale, tra uomini donne e bambini la depressione colpisce la popolazione?
La più recente ricerca sulla prevalenza dei disturbi mentali in Europa, ha riscontrato, in Italia, una casistica relativamente bassa rispetto a quella osservata negli altri paesi.
La prevalenza della depressione nelle donne è due volte superiore a quella degli uomini. La maggiore frequenza dell’ansia e della depressione nelle donne è il dato più costante negli studi epidemiologici.
La depressione è due volte più frequente anche nei disoccupati e sette volte più frequente nei disabili fisici. Non vi sono differenze fra città e campagna; mentre si osserva una tendenza, anche se poco marcata, a una minore depressione nelle persone più istruite.
In Italia la frequenza del disagio è simile solo a quella della Francia e superiore a quella degli altri paesi europei. Con ogni probabilità la depressione dei bambini in età evolutiva non è diversa da quella riscontrata negli adulti, anche se prima della pubertà la sua frequenza è maggiore nei maschi: in età 10-14 anni.
Nel mondo, secondo l'OMS, per la sofferenza e la disabilità (il "carico") che provoca, la depressione è al primo posto in ordine di importanza tra i disturbi psichici.”
C'è un'età per ognuno di noi in cui è probabile che la manifestazione di questo disturbo psicologico si manifesti? .
La depressione è risultata più frequente nelle persone al di sopra dei 55, ma è anche abbastanza frequente nei giovani, E' noto infatti che una persona che ha avuto un episodio depressivo è più facile che ne abbia un secondo ed è ancor più facile che ne abbia un terzo e così via.
Si è spiegato questo fenomeno con la “teoria della sensibilizzazione”. Il primo episodio di depressione in genere passa nel giro di pochi mesi. Chi però ha sofferto di depressione può temerne il ritorno, essere assalito dal ricordo delle sue sofferenze e pensare" Oh no! Eccoci di nuovo... sto per entrare in un altro periodo orribile. Non c'è nulla che io possa fare. E' tremendo..." E' il risultato di un errore di ragionamento detto "catastrofizzare". La ricaduta potrebbe essere considerata una profezia che si autorealizza (aspettati il peggio ed il peggio verrà).”
Quali sono i sintomi e le cause che fanno pensare che una persona è depressa?
In genere, una persona che soffre di depressione maggiore ha alcuni dei sintomi
seguenti:
- stato d'animo di tristezza, di abbattimento, sentirsi giù per la maggior parte del giorno, per lo più al mattino;
- perdita di interesse e di piacere nei confronti di attività che di solito piacevano, e
spesso loro interruzione;
- senso di valere poco, di essere fallito, di essere inutile o senso di vuoto;
- incapacità di pensare lucidamente, di concentrarsi a lungo nelle cose che si fanno;
- disturbi del sonno;
- cambiamenti nell'appetito;
- agitazione e irrequietezza;
- riduzione dell'energia.
Questi sintomi sono accompagnati da modifiche di comportamenti: difficoltà a vestirsi a lavarsi, a lavorare; ridotta partecipazione alla vita del1a famiglia e dei gruppi di amici, isolamento sociale; difficoltà sul lavoro e a scuola con peggioramento del rendimento.
Cos'è la depressione da panico?
Poco meno del 40% di coloro che soffrono di disturbo depressivo soffrono anche di disturbo d'ansia. L'ansia può essere conseguenza della depressione, perché il senso di disperazione e di impotenza della depressione può originare insicurezza e allarme, ma è anche spesso conseguenza di un disturbo ansioso, soprattutto il disturbo ansioso invalidante che porta la persona a non riuscire più a fare alcuna attività.
Questo cosiddetto "evitamento" è una conseguenza degli attacchi di panico. Perché chi ne soffre associa l'attacco al luogo o alla situazione in cui si è verificato e quindi tende ad evitarli per paura di un nuovo attacco.
Prof Morosini, lei come ricercatore dedica i suoi studi a questa piaga che colpisce la maggioranza dei popoli. Cosa consiglia per porvi un efficace rimedio?
Si sostiene attualmente che per il trattamento della depressione sono indispensabili gli psicofarmaci. E' vero che ci sono alcune forme di depressione per cui gli psicofarmaci sono essenziali. I farmaci però hanno l'inconveniente che, quando si smette di prenderli, la depressione ricompare.
Per le forme di depressioni medio-gravi, ma non gravissime, alcune forme di psicoterapia, ed in particolare quella ad orientamento cognitivo-comportamentale e interpersonale, si sono dimostrate altrettanto efficaci dei farmaci, con il vantaggio di ridurre le recidive.
Si sta valutando anche l'efficacia di psicoterapia cognitivo-comportamentale di gruppo, che sembravano estremamente promettenti, perché aggiungono la condivisione dei problemi e lo scambio di esperienze e di aiuto reciproco ai vantaggi della psicoterapia individuale.
Va detta forse qualche parola su cosa significa cognitivo-comportamentale.
L'aspetto comportamentale consiste nel cercare di aiutare le persone depresse a trovare e a praticare ancora attività piacevoli, e a frequentare altre persone. Molto utile anche aumentare l’attività fisica e organizzare al meglio la propria giornata.
E’ nella sua convinzione che prima o poi, la depressione verrà sconfitta?
E' possibile essere moderatamente ottimisti su questo punto. Vi sono infatti indicazioni che si può ridurre la vulnerabilità alla depressione insegnando alle persone, e soprattutto ai giovani, migliori modalità di comunicazione.
La sfida contro la depressione, quindi, si può vincere promuovendo la salute mentale di tutti, cioè migliorando il livello di benessere psicologico medio di una comunità a guardare con ottimismo al futuro e a insegnare alle persone a farsi “autoprofezie” positive. La sfida alla depressione si vince anche battendosi contro allarmismi continui ed esagerati.
Va detto. secondo me che, chi è più in pace con sé stesso è anche più capace di cambiare in modo costruttivo la società. in cui vive.
Per concludere, è orgoglioso di collaborare con la fondazione di Tara Gandhi ?
Non solo orgoglioso ma anche fiducioso e soddisfatto. A Palazzo Ferrajoli sarà una festa che, oltre alla stampa vedrà riuniti famosi sportivi, la nobiltà e le personalità della politica e della cultura.. A tutti, spiegando cos'è la depressione, indicheremo anche come può essere superata. E attraverso questi incontri, diffonderemo il messaggio del Mahatma Gandhi di come si possono aiutare i più deboli con la nostra solidarietà.
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