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Torna Cliò con un nuovo singolo ed è subito un successo
Vi spiego “Le mie ragioni”
La giovane cantautrice, dotata di grande sensibilità e voglia di comunicare, ci racconta in anteprima il suo nuovo album che uscirà fra breve

di Serena Capotorto

CliòCliò, al secolo Vincenza Luciani, ha iniziato a cantare da giovanissima, scoprendo quasi per caso la sua dote canora. Giovane cantautrice dalla voce scura e grintosa è un'amante della vita e delle cose semplici. Una ragazza molto riflessiva che analizza le persone e cerca di scrivere su di loro. La sua carriera è ricca di successi, ha vinto nel 1991 Castrocaro Terme con la canzone "Non siamo angeli", ha partecipato a trasmissioni televisive e nel 1993 ha partecipato a Sanremo. Artista molto sensibile, timida e molto attenta a ciò che fa, verso la fine dell'anno tornerà al suo pubblico con un nuovo cd, intitolato "Le mie ragioni", un album vario e riflessivo, dove non verrà trattato solo il tema dell'amore, ma dove la cantante si metterà in discussione. Una ragazza sognatrice, positiva, orgogliosa e con grinta da vendere che si racconta a noi per donarci il piacere di conoscerla meglio.

Quando è iniziata la tua passione per il canto?
La mia passione per il canto è iniziata alla tenera età di 15 anni, io prima non sapevo di saper cantare e l’ho scoperto perché in uno spettacolo che organizzavano al mio paese mancò una ragazza, perché si ammalò, ma nessuno aveva fiducia in me, nessuno voleva farmi cantare, però mi imposi e portai un brano che era “I Maschi” di Gianna Nannini e da lì cominciai a capire che questa cosa mi piaceva e che forse la sapevo fare anche bene. Ero una ballerina di danza classica, studiavo otto ore al giorno, mi sono diplomata in danza classica, quindi non c’entrava niente però in parallelo ho coltivato questa cosa che poi è diventata la mia carriera.

Parlaci del tuo primo album…
Il mio primo album è stato realizzato nel 1991: andai a Castrocaro Terme e da qui nacque “Nati per correre via” che vendette 100.000 copie per cui andò molto, molto bene come premio. Subito dopo partecipai a “Piacere Raiuno” , una trasmissione che girava l’Italia e che è durata 9 mesi ; stavo tutti i giorni in televisione come cantante solista così ho incominciato a farmi un po’ le ossa, perché ero una ragazzina, il mondo era duro, e ho iniziato a capire un po’ come funzionava l’ambiente dello spettacolo.

E il tuo nome, “Cliò”, da dove proviene?
Il nome Cliò me l’ha dato il mio primo produttore, questo è un nome d’arte io mi chiamo Vincenza Luciani ed è un nome depositato come secondo nome, proprio perché nel 1993 quando feci Sanremo addirittura ci fu un'altra ragazza che aveva il mio stesso nome e tentò una causa contro di me, ma la perse perché era dal 1989 che lo portavo. Il mio produttore scelse Cliò in ricordo della musa del canto; diceva che gli ricordavo un’immagine di questa che aveva visto in un libro greco.

Nel 1993 hai partecipato a Sanremo. Raccontaci un po’ la tua esperienza, l'emozione di salire sul palco più ambito da tutti i cantanti…
A Sanremo ero totalmente incosciente, sembrava che stessi facendo un concerto in piazza, mi sono resa conto dopo della responsabilità a cui ho fatto fronte, perché lì per lì con la mia incoscienza da ventenne mi sembrava un gioco, vedevo tutta gente agitata intorno a me. Mi sono agitata mentre stavo cantando, quando a metà canzone mi sono resa conto di quello che era realmente Sanremo, e poi una persona mi disse che mi avevano ascoltato 20 milioni di spettatori, solo allora mi resi conto di dove mi trovavo.
Quest'anno ci ritenti?
Se c'è Baudo forse si (risponde sorridendo), mi piacerebbe rifare Sanremo con " zio Baudo " , mi piacerebbe comunque rifarlo, a prescindere da chi lo conduce, ma Baudo lo vedo un pò come il papà di Sanremo. Con lui mi piacerebbe molto, anche perché è sempre molto attento a noi giovani, a quello che facciamo e a come svolgiamo le nostre attività, è una persona molto sensibile.

Il 3 luglio ti sei esibita a Roma al Campus. Ci parli di questa esperienza?
Il 3 luglio sarà per me una data storica, è stata una grande emozione, perché ero in mezzo ai grandi nomi come Pino Daniele, Piero Pelù e tanti altri. Quando ho chiesto una data di presentazione, ho detto il mio nome e subito me l’hanno data, quindi è stata una bella soddisfazione perché nonostante sia passato tanto tempo da quando ero in tv comunque ho continuato a fare concerti, ho una nicchia che mi segue, l’ambiente si ricorda quindi mi fa molto piacere, forse quelli a casa un po’ di meno perché la promozione è cambiata, l’artista si promuove da solo facendo serate. Per me al Campus è stata una grande gioia vedere il tutto esaurito, impagabile. L'emozione era tanta perché era una serata tutta mia e sinceramente non mi aspettavo tutte quelle persone, erano 370 che erano venuti ad ascoltare Cliò, a mia sorpresa c'erano stati anche dei pullman dalla Campania, dalla Puglia e avevano letto di questo concerto su internet. Mi veniva da piangere dalla felicità, sono stata molto contenta e li ringrazierò sempre.

Tra un po’ uscirà il tuo nuovo disco “Le mie ragioni” che abbiamo ascoltato in anteprima su Radioroma 103.9
Si, il disco uscirà, spero a dicembre, altrimenti agli inizi di febbraio. Lo stanno trasmettendo su 300 radio, tra cui anche la vostra che io ringrazio. Anche questa è stata una sorpresa perché questo è un brano autoprodotto, nel senso che io ho aperto un’etichetta, ho trovato un produttore esecutivo Domenico Esposito, al quale devo questo brano perché ci ha creduto, e l’abbiamo spedito su 300 radio che l’hanno poi mandato in alta rotazione, sui network non abbiamo proprio tentato, sai com’è la loro politica, pensavamo che ci bocciassero prima ancora di ascoltarlo. Grazie alle 300 radio che ci hanno sostenuto il disco sta andando abbastanza bene, abbiamo avuto anche richieste di vendita sul mercato per cui abbiamo deciso di fare tutto l’album.

Come mai “Le mie ragioni”?
“Le mie ragioni” racchiude un lavoro in parte autobiografico, dove mi sono messa in discussione e ho analizzato parte della mia vita, ho rimosso le cose brutte, ho perdonato e mi sono perdonata delle cose e dall’altra come percepisce Cliò la vita per cui “Le mie ragioni” è tutto il mio pensiero, il ragionare sulla vita, io sono molto attenta agli eventi, alle “frasi” della vita, ai messaggi che lei ti invia, credo molto che ci sia un sostegno da parte dell’universo, la mia fede è proprio avere fede nella vita. Quindi le mie ragioni è questo.
Inoltre c'è un brano a cui sono molto legata che si chiama "Fammi bene" nel cui testo emerge la paura di ferire ed essere feriti, di considerare nel modo sbagliato le persone; poi abbiamo" Sognare fa bene" che è proprio una maniera giocosa di mettersi in discussione e di mettere in discussione anche la "politica", l'accenno politico è brevissimo e non contiene riferimenti a nessuno in particolare. Un altro brano molto bello è "Concidenza nel cuore", autobiografico, racconta la mia prima delusione d'amore che è stata molto pesante e infine abbiamo "Mal di testa" che è un dialogo tra una persona e una bottiglia di vino. Nell'album ci sono diverse tipologie, diversi argomenti, è molto vario c'è anche un testo molto impegnativo ed è "I logici cammini evitati" che sono tutte le scelte che le persone nella vita hanno evitato per la paura del dolore dell'amore, è un testo particolare, va ascoltato diverse volte.

Hai parlato spesso dell'amore, come è attualmente la tua sfera sentimentale?
L'amore...in questo momento va bene. Ci sono stati momenti in passato molto dolorosi che finalmente ho superato. Sono felice non mi preoccupa il lato dell'amore, non chiedo poi tanto alla vita sono molto positiva, mi accontento spesso. In questo momento della mia vita va tutto bene perché faccio le cose che voglio e che mi va di fare.

Hai un aspetto molto delicato e a volte anche gracile, mentre hai un’enorme grinta nella voce. Da dove nasce questa grinta, è una voglia di liberazione?
Io penso che come per me, per te, e per tanti altri artisti a volte fare il proprio lavoro è curarsi, escono fuori delle cose inaspettate, escono fuori gli obbrobri ma anche le cose belle. La mia voce è questa parte di me nascosta, questo non tirare mai fuori la parte aggressiva, almeno nella vita di tutti i giorni perché sono una persona che analizza molto, che sta attenta almeno a non ferire le persone. La mia paura nella vita è proprio ferire le persone, cercare di capire anche perché una persona si comporta in un certo modo, non trarre subito le conclusioni.

La tua voce nel corso degli anni si è modellata, all’inizio della tua carriera era molto più aggressiva, ora, come possiamo ascoltare dal tuo ultimo album si è molto addolcita. Questo cambiamento è dovuto al tuo rapportarti alla vita?
Tante cose in passato hanno influito, una produzione che chiedeva un personaggio di un certo tipo poi quando uno è libero di esprimersi come vuole, di scrivere quello che vuole e di tirare fuori la vera personalità penso che cambi anche il modo di interpretare. Oltre ad essere cantautrice sono anche interprete e mi sono trovata ad interpretare alcuni brani molto belli tra cui “Dove è il coraggio” di un altro autore, Fattorini, e ho cercato di farlo come sono adesso. Ho notato anch’io questa differenza che certamente è dovuta all’essere più liberi di esprimersi.

Oggigiorno la musica più diffusa è quasi tutta straniera, tu sei una cantante italiana e canti in italiano, secondo te avresti avuto più chance se avessi cantato inglese, così come fanno molti altri cantanti? Cambieresti lingua per diffondere la tua musica?
Perché no, però non credo in questo momento. La mia originalità sta nel fatto di essere me stessa, per cui io sono nata in Italia e mi esprimo con il linguaggio italiano non vedo perché devo impormi una lingua che non mi appartiene e una personalità che non mi appartiene. Inoltre, cambiare lingua, a volte, sul modo di scrivere implica anche un cambiamento di personalità. Non me l’hanno mai proposto, non ci ho mai pensato. In realtà per anni ho cantato cover blues in inglese, per cui non ho difficoltà ma in questo momento non me la sento, mi sento di dover portare avanti la musica italiana. E' difficile affermarsi ora perché siamo tanti ma io ho un motto "si salvi chi può, l'importante è esistere". Già il fatto che riesco ad esistere in un momento così difficile per la discografia italiana per me è una grande soddisfazione, sono felice, non mi manca niente.

Qual è il segreto, secondo te, per avere successo?
Il successo… non saprei proprio definirlo. Secondo me è un incidente di percorso perché in realtà uno dovrebbe essere sé stesso e fare quello per cui è nato, quello è il successo nella vita, avere la fortuna di poter fare quello che ti piace. Il mondo dello spettacolo è un mondo per certi versi brutto, perché non ti fanno neanche capire come arrivarci. Secondo me la regola principale in questo ambiente, e che dimenticano tutti, è l'umiltà e il rispetto dell'arte che appartiene ad altre persone, tanti, anche discografici, spesso fanno presto ad "uccidere" con una parola il lavoro di anni, invece potrebbero mettersi, in generale, nei panni degli artisti tentando di dare una mano un po’ a tutti. C'è un'immensa paura di aiutarsi. Per fortuna diversi cantautori stanno sconfiggendo tali paure collaborando e aiutandosi tra di loro e fanno concerti insieme, finalmente si è capito che la forza per arrivare al successo è stare uniti e darsi una mano.

Secondo te sono cambiati i gusti dei giovani riguardo alla musica?
Si sono cambiati proprio riguardo all'età adolescenziale, 13/14 anni, è cambiato il percepire la melodia della musica. Adesso va molto quello che fa "strano", che ci fa fichi tutti, questa è una categoria, poi c'è quella più equilibrata che è quella dei buoni intenditori, vedo molti ragazzi di 13/14 anni che amano molto il jazz, e per me questo è stato il miracolo del 2004 . Finalmente la gente va a studiare i grandi autori anche di musica straniera e poi c'è il popolo, meno male che esiste perché noi vendiamo i dischi grazie a loro che stanno molto, molto attenti ai testi; adesso il popolo sui testi non perdona se uno dice una stupidaggine o scrive un testo solo per riempire una melodia viene “sgamato” subito e gli mettono una croce nera sopra ed è finita. La gente si aspetta dei messaggi che poi rivede nella propria vita, quindi se sono reali alla gente arrivano, se sono falsati il pubblico non perdona.

Ascoltando la radio o la musica in generale, specialmente in questo periodo di guerra, molte canzoni lanciano messaggi importanti, che fanno riflettere, e lo fanno con ritmi leggeri e orecchiabili...
... Hai ragione, infatti hanno fatto proprio degli studi sul potere della parola e hanno scoperto che nella musica si materializza questo potere nel senso che i messaggi che vengono trasmessi dalle canzoni hanno influenza sulla psicologia umana. Tanto è vero che è nata la musicoterapia in questi ultimi anni, vengono curati i disabili, lo so perché anch'io ho lavorato con 30 disabili e con un insegnante di musicoterapia e ci sono state persone che hanno fatto enormi progressi, soltanto con la parola positiva.

 

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