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Primo compleanno “in carriera” per Raffaele Riefoli, in arte Raf
20 anni di canzoni in tour
Il 1984 fu l’anno di Self Control. Da allora ha scalato le vette delle classifiche disco su disco, dimostrando che quella carriera, nata quasi per caso, era, in realtà, il suo destino

di Valeria Arnaldi

RafUn titolo che non lascia spazio a dubbi. Ai suoi “20 anni di carriera”, Raf dedica un tour per festeggiare con i fans di tutta Italia una storia di successi che hanno contribuito a scrivere la storia della canzone italiana.

Sono passati già 20 anni, come ricordi i tuoi esordi?
Difficili, non fosse che per il non essere a mio agio nei panni del cantante. Io ero abituato a lavorare dietro le quinte, nella produzione e nella stesura dei testi. Salire sul palco era tutta un’altra storia...
Se avessi potuto scegliere, forse, avrei detto di no, volevo la libertà del mio anonimato, ma, è successo tutto per caso, senza che neanche me ne rendessi conto. E tornare indietro, dopo il successo di Self Control era davvero impossibile…

Con un tradizione punk-rock alle spalle, come sei diventato una delle prime voci del pop italiano?
Un caso anche questo? Sinceramente, è stato anche questo un motivo di difficoltà. Io che ero sempre stato anticonformista, improvvisamente cantavo melodie dance e pop. Che stranezza! Però, forse, non ero così lontano neanche da quei generi, volevo solo poterli fare a modo mio. Oggi lo faccio. Testi e musica; le mie canzoni sono mie a 360°, sono libero di fare quello che voglio, e, posso permettermi di amare e proporre canzoni che, magari, hanno meno successo, senza dovermi preoccupare, però, delle vendite e delle case discografiche. Agli inizi, non è mica così. Ogni disco deve andare a segno. Si può essere fuori dal giro in un attimo!

E quindi, per i tuoi venti anni, hai deciso di ricordare solo i grandi, o dovrei dire grandissimi?, successi che ti hanno reso noto a livello internazionale. Ma non c’è qualche rammarico, qualche canzone che non avresti voluto scrivere?
Più che qualche canzone che non avrei voluto scrivere, ci sono canzoni che non averi voluto scrivere così, ma, sai, come dicevo prima, agli esordi un cantante non è padrone di se stesso. Questo è un motivo di sofferenza, ma anche di alienazione. Per la gente sei quello che canti, e, magari, invece, tu ti senti completamente diverso e vorresti spiegare in maniera più chiara, semplice, diretta. Ma non lo puoi fare…

Vuoi farci un esempio?
“Svegliarsi un anno fa” era una canzone sulla tossicodipendenza. In parte per la contingenza, in parte per motivi generazionali, sentivo l’argomento in maniera molto forte e volevo dire la mia. Ma chi ha scritto la canzone per me l’ha edulcorata, resa più soft - e non parlo solo della melodia. Secondo me, c’era bisogno di dare un messaggio più forte e deciso. Netto.

Rammarichi, ma anche nostalgie. Quali sono i brani che hai amato ma che il pubblico sembra aver apprezzato meno?
Il successo di un brano lo decidono i network. Per ogni album puntano su una sola canzone, ma questo non vuole dire che non ve ne siano altre più belle.” Nella scaletta dei miei preferiti, ci sono “Assolti” da “Iperbole” del 2001, per cui ho avuto il premio Mariposa, consegnatomi dalle mani del procuratore della Repubblica di Palermo Piero Grasso, e tutto l’album “La prova” del 1998.

Nella tua carriera, hai fatto anche molti celebri duetti. Scegliamo uno: ti va di parlare di “Anche tu”, scritta a due mani - e due voci - con Eros Ramazzotti?
Con Eros, giocavamo insieme nella Nazionale Cantanti e vivevamo entrambi a Milano. Lui, una sera, mi ha portato delle idee che aveva avuto. Io ne ho presa una, ho aggiunto un ritornello e l’ho portata in casa discografica, dove hanno provveduto al resto. Con Eros, siamo grandi amici anche oggi, anche se ormai ci vediamo poco.

Abbiamo fatto un bilancio del tuo passato, vogliamo accennare ad un tuo prossimo progetto?
Più che un progetto, per ora, è un sogno: vorrei scrivere la colonna sonora di un film. Il genere? Adoro Tarantino o film veloci come Trainspotting, ma il cinema italiano sta regalando belle sorprese. Vorrei provare a musicare qualche nuovo autore, magari riscoprendo le origini rock e contaminandole con la mia ultima passione, il jazz”.

 

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