Salsa,
merengue e…, “vamos a bailar”!
Ritmo e sudore, movimento
e …sabor! Eh, si. La musica latino-americana scuote i sensi, scatena
le passioni, riaccende la voglia di vivere. E gli italiani, popolo ardente,
non potevano che restare contagiati dalla febbre "salsera" dilagante
e Roma, città godereccia, è ormai diventata la capitale della "movida"
con le sue decine di locali grandi e piccoli dove il son, il merengue,
la salsa la fanno da padroni.
Eserciti
di ballerini im-provvisati si muovono come un sol uomo nei classici
di ogni tempo, cha-cha-cha e hully gul-ly compresi ma, inutile negarlo,
il vero segreto della danza latino-ameri-cana è il ritrovato pia-cere
del ballo di coppia, la possibilità (ed era ora) anche per i più timidi,
di tenere tra le braccia il partner e tentare di conquistarlo con la
propria sensualità nel giro di una sola canzone. Una sfida, am-mettiamolo,
che non può lasciare indifferenti!
Tante sono le coppie che si sono incontrate,
conosciute e innamo-rate sulla musica di Mark Antony il roman-tico,
Mimi Ibarra l'appas-sionata, di Ricky Martin lo scatenato o del "nino
mimado" Fernandito Villalona; tanti si guardano negli occhi al ritmo
di una bachata, di una salsa , di un merengue.
E dal conoscersi, simpatizzare, amarsi ad
iscriversi ad una delle innumerevoli scuole di ballo il passo è breve,
per poi fare bella figura "moviendo las caderas" al giusto ritmo magari
al "Maron Glacè" in Via Sassonegro dove il fine settimana dominicani,
cubani, peruviani, italiani si scatenano in un'atmosfera tropicale senza
problemi di razza e di colore.
La salsa trionfa al Caruso di Via Monte
Testaccio, uno tra i primi locali ro-mani a dar vita alla "movida";
ma profumano di Cuba anche il "Babilon Caffè" di Via Anagnina,
il "Night & Day" di Via Montenero, lo "Zanussi" di Piazza
Tarquinia.
Ormai non c'è locale, centrale o periferico,
che non dedichi almeno una sera alla settimana al brivido latino in
un turbinare di colori, dove anche i meno esperti vengono trascinati
in pista da splendide animatrici e aitanti animatori brasiliani, cubani
o provenienti direttamente dalle assolate spiagge di Santo Domingo.
E tra un ballo e l'altro, tra una chiacchiera
tra amici e un nuovo incontro ci si ristora, magari con uno spuntino
di "sancocho", "platanos" fritti o la brasiliana "fajoada" e soprattutto,
dopo tanto sudare, si ammazza la sete con bibite esotiche come la "pina
colada" o l'ormai universale "cuba libre".
Tutti a Roma la bella, quindi, sempre più
multietnica e internazionale, che allarga i suoi confini fino ad oltreoceano…
bailando bailando.
"La Capitale"
- Rubrica di mondanità e costume a cura di Anna Mascia, tutti i sabati
in edicola su "Italia Sera"