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& riflessi nella società, ad alcuni mesi dalla fine del successo televisivo,
che ha generato, in buona parte dell'Europa, un vero e proprio fenomeno
di massa. Si tirano ora le somme e si fanno i primi bilanci. Quell'occhio indiscreto denominato "Grande fratello"
Un evento, che ha fatto scomodare (personaggi dello spettacolo a
parte), eminenti personalità del mondo culturale e politico, alla ricerca
del perché di un successo facile (e se vogliamo) calcolato come questo,
definito dal ricercatore Alberto Cecchi, più che un programma, un progetto
di comunicazione integrata. di Maira Nacar
73%
di share, totalizzato in Olanda, sul network locale Veronica, Paese,
questo, che ha visto la sua nascita, ad opera di un produttore,
John De Mol; 12 milioni di ascolto in Spagna, su Telecinco, dove
è conosciuto come "El Gran Hermano"; 8 milioni in Germania; in Gran
Bretagna, su Channel 4, "Big Brother", nonostante la pioggia di
critiche sollevate dalla stampa nazionale,ha
portato al suo attivo un 17% di share. Non risulta quindi difficile,
compren-dere quale possa essere stata la molla che abbia fatto scattare
tale record degli ascolti. Ma dove finisce la sana curiosità, insita
nella natura dell'uomo e incomincia quel sottile (per molti), ben
celato voyeurismo della classe tele-utente "e non", che ha trasformato
un successo televisivo "facile" (e se voglia-mo calcolato) in un
vero e proprio fenomeno di massa? |
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A mesi
di distanza dalla fine della 1° edizione "made in Italy", denominata
da noi "Grande fratel-lo", ancora se ne parla. I suoi dilaganti
effetti nella società, rendono quindi do-verosa, una riflessione
generale in tal senso. L' occhio magico a circuito chiu-so prende
lo spunto da un altro fenomeno, quello delle web-cam, in cui è pos-sibile
osservare, via internet, dei componenti di una casa; secondo il
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ricerca-tore
Alberto Cecchi, il "Grande fratello", quale tipologia di progetto
di comuni-cazione integrata che interessa diversi mezzi di comunicazione,
continuerà a mietere consensi ancora per parecchio tempo, al punto
che il pubblico di tele-spettatori preferirà alla fine, utilizzare
più internet e la TV satellitare, che non la TV "generalista". Un
fenomeno così, ha fatto scomodare, non soltanto, per-sonaggi dello
spettacolo, ma anche il fior fiore degli esponenti della cultura
e politica italiana. Stefano Rodotà, Garante per la Privacy, interpellato
sulla vi-cenda durante la fase calda in cui il programma veniva
trasmesso, non ha ri-tenuto opportuno alcun intervento dell'Autorità
da lui rappresentata, nei con-fronti del "Grande Fratello". La ragione
è stata comunicata, in occasione del Forum internazionale sull'informazione,
che ha avuto luogo a Bologna. Per Rodotà, dietro il teleschermo,
ci sono persone adulte e consenzienti, che sono state messe al corrente
dettagliatamente, di quanto sarebbe accaduto, motivo per cui non
si è potuti intervenire; se poi, questo programma è ritenuto socialmente
nocivo, allora come suol dirsi, "è un altro paio di maniche". Hanno
detto del "Grande fratello"... Il semiologo Umberto Eco e l'autore
tele-visivo Antonio Ricci, nel corso di un recente dibattito su
"neo-tv" e "paleo-tv" svoltosi a Milano, si sono confrontati, esprimendo
rispettivamente i seguenti pareri: il primo ha attribuito il successo
del "Grande Fratello" a quel desiderio, insito nel profondo dell'animo
umano, dove "non importa chi vince, importa so-lo lo spettacolo
del circo e del sangue", mentre il secondo, ha buttato la cosa più
sul "claunesco", affermando che "le basi del programma sono più
recenti, ma pur sempre secolari". Riguardo, invece, ai partecipanti,
li ha paragonati a delle "maschere della commedia dell'arte": Salvo
a Brighella ed il Taricone "Mister Pietro contro tutti" a Capitan
Fracassa. |
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Sabino
Acquaviva, docente di sociologia all'Università di Padova, nonché
esperto di televisione ed un tempo, anche direttore della "Struttura
tematica e culturale" della Rai, ha bollato, in un intervista specifica,
il "Grande Fratello", come una trasmissione di qualità assai modesta...
anzi scadente;" La banalità, non può reggerelo spettacolo, che deve
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esprimere
vivacità e bellezza, animazione e movimento interiore ed esteriore;
il "Grande fratello" è immobilità totale, che è ancora più grave
della banalità". Enrico Mentana, Direttore del Tg5, ha invece dichiarato:"Magari,
il "Grande fratello" conservasse questi ascolti". Frase pronunciata,
all'indomani dell'incoraggiante risultato totalizzato dall'Auditel,
8 milioni di telespettatori, "tutti assieme appassionatamente",
davanti al video nella fascia a lui cara, quella delle ore 20.00,
in coincidenza (guarda caso), con il Telegiornale di punta della
rete "berlusconiana", condotto sovente, proprio dal riccioluto gior-nalista.
E chiudiamo con Maurizio Costanzo, in quanto, gli ultimi saranno
i primi e l'uomo che porta la camicia coi baffi, numero uno lo è
da tempo ine-narrabile. Geniale, arguto, tagliente quando vuole;
soggetto a simpatie o anti-patie istantanee, se decide, che un comune
mortale, deve entrare, ad ogni costo, a far parte dell'Olimpo degli
Dei di nostra Signora TV, niente e nessuno glielo potrà mai impedire,
ed ecco, che in men che non si dica, vengono fuori gli Sgarbi, Iacchetti,
Riondino, Covatta, Compassi, Dix, Vergassola e in ulti-mo, allo
stato attuale, l'allegra brigata del "Grande Fratello", formata
da Cristina, Francesca, Lorenzo, Maria Antonietta, Marina, Pietro,
Roberta, Salvatore e Sergio, direttamente dalla "casa TV" al Teatro
(Parioli). Molti si sono meravigliati nel constatare di come, il
grande Maurizio (rinomato per essere uno che ha un fiuto eccezionale
verso tutto ciò che si prospetta di talento), abbia potuto prendere
così a cuore il prodotto "Grande fratello", ma forse coloro che
lo hanno criticato, non hanno minimamente calcolato, che il "parliamone
male, parliamone bene, purché se ne parli", frutta alle casse della
TV & suoi derivati, parecchi miliardi e se poi, il pubblico, strizza
pure l'occhiolino in segno di adesione, di cosa mai, ci si potrà
dunque lamentare? D'altronde, lo stesso Costanzo, ha definito il
"Grande fratello", "un cano-vaccio, con una sorta di guida"; e a
proposito di certe scene che si sono viste nella famosa casa-spia
televisiva, giudicate inadatte, il popolare giornalista- showman
ha risposto prontamente: "non mi sembra scandaloso questo genere
di tv che avvantaggia soprattutto il consumo continuativo jumpy
o stream né credo che canale 5 abbia mandato in onda scene
inadatte al pubblico e generaliste. In tanti anni" prosegue
"su tutte le tv ed in tutti gli orari ho visto scene di violenza
ben più nocive". Come dargli torto? E proprio sull'onda
di un successo televisivo di tale portata, si è subito pensato,
in Svezia, di dare una prosecuzione al filone "occhio indiscreto";
ed è così che è venuto alla luce "Survivor", la nuova avventura
televisiva, che da noi, ha debuttato martedì 13 febbraio, su Italia
Uno, alle 20,40. Invariata la formula, differente invece il contesto,
in cui 16 aspiranti (8 uomini e 8 donne di una età varia che arriva
fino a 72 anni), scelti tra più di 10 mila concorrenti, divisi in
due squadre, devono per 39 giorni, superare le prove più terribili
e spericolate, nel clima caldo-umido di due isole caraibiche, tra
topi e serpenti, alla ricerca quotidiana di cibo e acqua per sopravvivere,
portando con sé, ognuno, soltanto un kit di sopravvivenza, formato
da un coltello multiuso, un lenzuolo, un telo impermeabile, due
pacchi di assorbenti per le donne, un pacco di preservativi per
gli uomini, acqua per due giorni, mezzo chilo di riso e scatolette
di carne o piselli. Posta in palio per il vincitore è mezzo miliardo...
roba da far accapponare la pelle a tutti i "Grandi Fratelli" messi
assieme, del globo. Dopo questa ennesima "spiata televisiva", quale
altra formula di programma, ci si inventerà adesso, nel tentativo
di ravvivare una tradizionale, non per questo vetusta TV generalista? | (Nella
foto sopra Marina La Rosa-Calendario Max; sotto Pietro Taricone) |
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