| Celebrato
a Roma con un bagno di folla il decennale della morte dell'indimenticabile
artista In
memoria di Renato Rascel Un
esercito di vip ha assistito alla manifestazione
di
Antonella Salvucci
|
Roma.
Si è svolta, a poco più di un mese di distanza dal decennale della
sua scomparsa, una serata in onore di Renato Rascel. La ricorrenza
quest'anno è avvenuta in concomitanza con l'inaugurazione di un
teatro storico dell' avanspettacolo: Il Teatro Ambra Jovinelli.
La "location" si è rivelata la cornice ideale per un evento così
significativo al quale hanno presenziato nomi illustri del panorama
artistico nazionale, entusiasti nel celebrare un personaggio straordinario
che, con l'estrema versatilità e la particolarità del suo stile,
è riuscito a segnare un'epoca divenendo un perfetto modello d'imitazione
che mette d'accordo diverse generazioni. |
Anche se, al
suo cospetto, si rischia di essere solo copie sbiadite dell'originale,
Rascel esercita tuttora una notevole influenza su quanti intraprendono
il suo stesso mestiere restando un simbolo da imitare, la sublimazione
di un'immagine professionale da raggiungere. Molti lo ricordano
con ammirazione ed affetto a partire da : Pietro Garinei, Delia
Scala, Luigi Magni, Fiorenzo Fiorentini, presenti alla prestigiosa
serata condotta con maestria da Giuditta Saltarini, sua moglie,
la quale combatte da dieci anni affinché Rascel rimanga nei cuori
e nelle menti degli italiani e soprattutto dei romani. Momenti di
spettacolo sul palco, sul quale è stato volutamente posizionato
di spalle il manichino di un Rascel virtuale, si sono alternati
alle interviste condotte in sala da una brillante Francesca Reggiani,
che ha saputo strappare agli ospiti dei commenti interessanti sul
noto personaggio. Giancarlo Magalli, per esempio, svela: "Da piccolo
somigliavo molto a Rascel, poi per anni ho fatto la sua voce!" e
continua: "bisogna riconoscergli un grande merito, cioè quello di
avere avuto già sessanta anni fa, l'intuizione della comicità un
po' demenziale". Non mancano gli interventi di alcuni componenti
della Compagnia de: "L'Angelo azzurro" come Stefano Gragnani che
canta "Ho il cuore tenero" accompagnato al piano dal maestro Claudio
Bielli junior e ancora Renato Cortese, il quale riporta una piccola
testimonianza: nel 1954 nel corso di uno spettacolo itinerante condotto
da Nunzio Filogamo, vinse il microfono d'argento imitando Renato
Rascel. Emozionatissima appare anche Gisella Sofio nel ricordare
un artista così carismatico, che confessa: "Ero terrorizzata da
lui, ogni sera a fine spettacolo ci chiamava in camerino per i rimproveri
e questo perché aveva una grandissima disciplina di palcoscenico".
Accomunato dal fatto di avere avuto come Rascel una lunga carriera
e la stessa passione per un mestiere affascinante, Giorgio Albertazzi
lo descrive con parole raffinate: "Rascel è inimitabile, soggetto
unico nella grande comicità, scrittore finissimo e molto colto,
straordinaria presenza scenica, lungimirante dal punto di vista
espressivo". Ad unire i vari momenti di spettacolo l'esilarante
presenza di Roberto Della Casa nel ruolo di personaggio jolly utile
a ripercorrere le tappe salienti della carriera di un uomo che fa
parte del patrimonio del nostro teatro. Splendida anche l'interpretazione
canora di Cesare Ranucci, figlio di Rascel, che in virtù di una
grinta incredibile e di una voce possente e ben modulata riesce
ad immobilizzare il pubblico per la forte capacità di rievocare
in alcuni passaggi la figura paterna. Fondamentali risultano le
parole di Lella Costa, la quale mette in primo piano la mancanza
di volgarità che Rascel ci ha tralasciato e quelle di Pippo Franco,
il quale evidenzia con assoluta convinzione come Rascel abbia liberato
i comici dalla paura di non far ridere. Mentre si procede a grandi
passi verso la conclusione della serata, Iaja Fiastri (sceneggiatrice
e autrice teatrale e televisiva) ricorda ironicamente il testo di
una struggente canzone d'amore dedicata alla persona che Rascel
ha amato di più: se stesso. Commenti affettuosi da parte di Virna
Lisi, Marisa Laurito, Luciano De Crescenzo, fanno da preludio all'esibizione
di Renzo Arbore che conclude in maniera festosa e scintillante proprio
come avrebbe voluto il grande Renato Rascel. |
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