IL
PELO FRA LE NOTE a cura di Giuseppe
Campodonico
Gli
accrediti per i concerti di musica leggera: una vergogna tutta italiana
In
tribuna stampa con gli amici e la famiglia
Solitamente non
è nel mio stile parlare male o attaccare cose di cui non si conoscono
bene i dietro le quinte, però stavolta ho deciso di fare uno strappo
alla regola e parlare di un po' di malcostume che regna nel mondo
dell'organizzazione dei concerti di musica leggera in Italia. Dovete
sapere che, solitamente, per poter entrare gratis ad un concerto ci
sono alcuni mezzi noti ai più. Il primo è quello di farsi regalare
un biglietto, il secondo è quello di ottenerne uno gratis, un altro
è quello di conoscere l'artista di turno, l'altro è essere uno sponsor,
e poi infine c'è quello di essere accreditato come giornalista. Prima
di essere iscritto all'albo dei Giornalisti, chi scrive, ha dovuto
fare molta gavetta, vedendosi sbattere molte porte in faccia, pur
praticando (e vi assicuro che la remunerazione bastava il più delle
volte per un caffè) il "mestiere" con dedizione, non ha avuto la fortuna
di poter usufruire di nessuna di queste opzioni. Da quando ha avuto
la "fortuna" di essere ammesso all'Ordine, qualche porta si è aperta
e si è potuto andare gratis al sospirato concerto. Spesso e volentieri
si è dovuto lottare contro il tempo per precedere altri colleghi desiderosi
di poter fare al mio pari il loro lavoro, oppure lavorare di pubbliche
relazioni elencando lunghe liste di argomentazioni per le quali avrebbe
dovuto essere scelto il sottoscritto. Eppure, basta assistere ad un
normalissimo concerto, per trovare bambini di 6 anni con tanto di
accredito stampa, o persone totalmente disinteressate, senza parlare
poi degli "amici", che con l'informazione non hanno nulla a che vedere.
Il problema poi diventava insormontabile, quando il luogo del concerto
era differente dalla provincia in cui esercitavo la mia onesta professione.
Ed intanto si doveva (e ancora si deve) assistere ad accrediti che
senza un valido motivo vengono elargiti con molta facilità. Si consideri
che un famoso cantautore italiano ha tenuto nella città di Roma ben
6 concerti nel 1996, con una disponibilità di posti per la stampa
superiori al non esiguo numero di 500. Ebbene, solo tramite conoscenze
sono riuscito ad ottenere un "posto in piedi" in tribuna stampa. La
domanda a questo punto sorge spontanea: come si determina la lista
delle persone da accreditare? Sempre chi scrive ha frequentato con
successo un corso per Addetto Stampa, e va detto che gli accrediti
vanno distribuiti maggiormente a chi può garantire una maggior visibilità
nel mondo dell'editoria; il problema sorge però quando, una volta
assegnati i posti alla "stampa che conta", vanno assegnati gli ultimi
posti: a chi affidare un bene così prezioso? Quali sono le priorità
di cui deve tener conto un addetto stampa? Forse quante copie distribuisce
un giornale o piuttosto quanti ascoltatori ha un'emittente televisiva
o radiofonica che sia? Niente di tutto ciò. Prima di tutto gli amici
degli amici, perché ad un concerto è controindicato andar soli, e
le briciole vanno a chi deve lavorare veramente. Ricordo ancora con
amarezza quante persone ho visto andar via dalla tribuna stampa prima
della conclusione o sporadicamente entrate nell'arena durante le due
e più ore di musica. E intanto i biglietti, al pari dei CD aumentano
concerto dopo concerto.