Si
sa che lo scopo di certi programmi d'intrattenimento è fare audience
e quindi trasmettono il peggio che ci sia in un paeseal limite
del cattivo gusto. Si escogitano trucchi di propaganda come per
il programma di quel comico romagnolo, Daniele Luttazzi. E così
crei un caso intorno a ciò che un caso non è. Si tratta semplicemente
di un poveretto che fa battute che non fanno ridere. Io non riesco
a ridere neanche sforzandomi. "Il Grande Fratello", come nel passato
"Lascia o raddoppia", dimostra la povertà di spi-rito, la povertà
di vita della maggior parte della popolazione che si accontenta
davvero di poco. Ma è triste…
Certo che
molto confortante non è. Ad ogni modo bisogna inquadrare la
televisione nel contesto della società di massa, la cui regola
principale è il profitto. Chi fa televisione tende a rivolgersi
più alla quantità che alla qualità. Se un programma è seguito
da due milioni di perso-ne, che è già una cifra enorme, è un
fallimento perchè deve raggiungere dieci milioni di persone!
Più si
alza l'auditel più si abbassa il livello?
Certo che
la cultura, l'arte non sono adatte a creare masse di spettatori.
Nel passato ci sono state rare espressioni artistiche che sono
state popolari, ad esempio il melodramma. Tutta la pittura di
questo secolo è stata disprezzata, anche gli impressionisti.
Gran parte delle cose che avvengono non sono descrivibili fa-cilmente,
non si possono raccontare in modo leggero. Tutto ciò che è com-plesso
è respinto dalla televisione di massa.
Cosa pensa
degli uomini che fanno TV?
Costanzo è
un domatore di scimmie cretine, un professionista di programmi
popolari, un uomo di grande potere anche politico, uno che si
sa preservare, contrariamente a Emilio Fede che è servo. Vittorio
Sgarbi, nei suoi sgarbi quotidiani, è l'espressione di una aggressività
per me incompren-sibile. Mike Bongiorno, nonostante sia diventato
ripugnante, è sempre li. Ormai la gente si è abituata a lui,
rassegnata alla sua eterna presenza.
Anche lei
ha fatto televisione…
Io ho avuto
un'esperienza televisiva chiarificatrice, in quanto mi ha rivelato
immediatamente che ero negato per la televisione.
Quindi
ha lasciato perdere?
Si perché,
venendo dal giornalismo, pensavo di fare servizi informativi,
ma alla gente non interessavano per nulla e quindi venivo trasmesso
nella fascia dell'insonnia, all'una di notte. Può darsi che
se avessi mostrato delle donne nude avrebbero funzionato. Invece
trattavo problemi economici, come l'agricoltura. Oggi anche
l'economia e la politica, come dice Umberto Eco, tendono ad
essere spettacolo.
E' l'era
della spettacolarizzazione?
La nuova economia
"dello schermo e del sorriso" è un'economia basata più sullo
spettacolo che sulla produzione tecnica. Quando anche l'informazione
diventa produzione, inventi dei prodotti che non esistono e
li inventi attraverso la propaganda, l'informazione. Tutto tende
ai bisogni che non ci sono ma che vengono creati.
Quali sono
gli effetti negativi della televisione?
Aiuta la gente
a continuare a camminare nel buio. Uno dei principali sostenitori
di questo vagare nel buio, come se ciò fosse un pregio, è Silvio
Berlusconi che dice delle imbecillità incredibili. Certo che
un corrotto e un corruttore che ha avuto successo, diventa per
molti un esempio, e non è un caso se tra la gente si è diffusa
una certa attrazione per il male. |