Alla
vigilia dello spettacolo, annunciato come il più grande evento
televisivo del nuovo millennio, critici televisivi di fama lo
hanno salutato come la risposta alle esigenze delle nuove generazioni
e un mezzo innovativo per avvicinarli al piccolo schermo. Ma
non ne sono già troppo schiavi? Non è stato
raggiunto nessuno degli altisonanti scopi prefissati se non,
che in questa società si può vendere tutto, compreso il nulla.
Complimenti ai produttori, hanno investito centinaia di miliardi,
per una operazione di marketing che ha portato il nulla nei
salotti degli italiani. Per mesi adolescenti e adulti hanno
colmato la penuria di argomenti di conversazione con le disquisizioni
in merito alle nomination della settimana. Pietro
è il nuovo idolo delle ragazzine , Marina la più desiderata
dagli italiani, quanto durerà questa notorietà e che effetti
avrà sulla loro psiche quando inevitabilmente scemerà relegandoli
nuovamente nell'anonimato? Sei mesi
non di più. Anche Marina che sembra la più furba avrà presto
un brutto risveglio. I costruttori del nulla li stanno spremendo
fino alla fine, tra apparizioni nei talk show, servizi fotografici,
spot, trasmissioni televisive e serate in discoteca. Sarà triste
e per i più deboli devastante, la discesa dal podio della notorietà
a buon prezzo. Tutto
questo richiama inevitabilmente alla memoria il fenomeno delle
ragazze di "Non e` la Rai", che per un po' di tempo hanno vissuto
l'illusione di sfondare, di diventare qualcuno, ma poi....che
fine hanno fatto? Il mondo
dello spettacolo, più di ogni altro, sfrutta a proprio uso le
aspirazioni dei giovani, tutto e` lecito per vendere il prodotto.
E' così, oggi come ieri. Ma in tutto questo svendere umanità
e sogni ci sono, rari come perle, anche tanti gentiluomini.
A questo proposito cito Giuseppe Tornatore, mio amico, il quale
prima di scegliere il giovanissimo interprete per Malena, si
è posto il problema di quali effetti, la "scabrosità" di alcuni
aspetti del suo ruolo avrebbe avuto sulla psiche del bambino.
Quindi mi ha consultato, decidendo di adottare come criterio
di scelta, non solo l'aspetto esteriore, ma soprattutto la valutazione
del background del bambino, i suoi rapporti familiari, in primis
quello con la madre, l'andamento scolastico e cosi` via. Il
fine era sempre lo stesso, vendere un prodotto, in questo caso
esportarlo anche all'estero, ma ripeto, al mondo ci sono anche
tanti gentiluomini. (Foto
Nadia Scanziani) |