La lunga e ricca tradizione del Buddhismo zen
si colora anche delle vicende della scuola Fuke, sorta in Giappone
nel periodo Edo (1615-1867). I suoi seguaci erano i komuso, monaci
mendicanti e viandanti che viaggiavano per il Giappone suonando
il cosiddetto flauto shakuhachi.
Il termine shakuhachi fa riferimento alla lunghezza più comune
del flauto in questione, ovvero 54.5 cm. Tale flauto è realizzato
utilizzando un pezzo di bambù che viene tagliato all’altezza
della radice in modo che l’allargamento alla base del fusto
della pianta corrisponda alla campana dello strumento. Il fuke shakuhachi
presenta quattro fori anteriori ed uno posteriore ed è solitamente
laccato in rosso o in nero all’interno e lasciato esternamente
allo stato naturale.
I komuso, il cui termine significa letteralmente “monaci del
vuoto”, suonavano per alleviare le sofferenze, i problemi
e le malattie della gente. Indossavano sul capo il cosiddetto tengai,
una sorta di cesto realizzato ad intreccio che gli copriva il volto
conferendogli un carattere anonimo, segno dell’assenza di
ego. La piena immersione nell’esperienza del suonare e dell’ascoltare
la musica diventava una pratica meditativa mediante cui prendere
coscienza dell’unità delle cose al di là di
ogni illusoria distinzione dualistica. Secondo lo zen, infatti,
il dolore e la sofferenza nella vita umana esistono fin quando si
è arbitrariamente attaccati ad un ego che finisce per alterare
e deformare il nostro rapporto con la realtà. Lo zen è
pertanto una pratica interiore che auspica la possibilità
da parte dell’uomo di cogliere unitariamente la vita al di
là delle restrittive categorie linguistiche e logiche. Ogni
attività quotidiana come mangiare, bere, suonare riacquista
una valenza sacrale ed è quindi espressione della cosiddetta
“natura di Buddha” nel momento in cui si è presenti
a sé, si è uno con le cose.
La scuola Fuke, diffusasi nel periodo Edo con il sostegno dello
stesso governo che si serviva anche di alcuni agenti governativi
travestiti da komuso in modo da poter raccogliere informazioni per
il paese nell’anonimato, venne soppressa e i suoi templi abbandonati
con il cambiamento di governo nel periodo Meiji (1868-1912). Il
repertorio musicale zen però è sopravvissuto e si
è perpetuato fino ad oggi.
Adamo Ciccarone
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