La nascita nel 1911 del movimento del Blaue Reiter (Cavaliere
Azzurro) ad opera del pittore russo W.Kandinskij (1866-1944) segna
l’inizio dell’astrattismo in pittura. Il suo linguaggio
espressivo determina il superamento definitivo della pittura quale
rappresentazione mimetica della realtà. Proprio in questo
senso è possibile rilevare un elemento di stretta contiguità
con la musica, forma d’arte astratta per eccellenza, fondamentale
nell’elaborazione da parte del pittore di una grammatica linguistica
pura. Le sue opere s’intitolano con termini desunti dal linguaggio
musicale: Impressione, Improvvisazione, Composizione e si presentano
come un insieme di punti, macchie, linee, curve che realizzano delle
vere e proprie sinfonie colorate. Gli strumenti del linguaggio pittorico
non sono più utilizzati per rappresentare la realtà
bensì diventano significanti in quanto tali. Come sottolinea
Argan: “la categoria del «significante» è
incommensurabilmente più estesa e più aderente alla
realtà dell’esistenza che la categoria del «razionale»1.
La realtà non è più fruita razionalmente nei
suoi significati dati e prestabiliti bensì si apre alla ricchezza
e molteplicità del fluire stesso dell’esistenza. Le
ricerche pittoriche di Kandinskji trovano dei significativi punti
di contatto con la sperimentazione in campo musicale di autori quali
Schönberg (1874-1951) che, con il metodo dodecafonico, sconvolge
la tradizione musicale classica tonale allontanandosi dal dato naturalistico
e Skrjabin (1871-1915) con le sue ricerche sinestetiche sulla relazione
suono-colore.
1 Cfr. G.C.Argan, L’arte moderna 1770/1970,
Firenze, Sansoni 1970, p.386.
Adamo Ciccarone
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