Il 25 febbraio 2007 uno dei miti della cinematografia italiana ha ricevuto il premio più ambito e importante: l’Oscar alla carriera. Parlo ovviamente di Ennio Morricone, che nel corso della sua lunga esperienza internazionale ha avuto ben cinque gratificanti ma infruttuose nominations alla statuetta.
Ennio Morricone compositore romano nato nel 1928, è celebre per le sue numerose colonne sonore cinematografiche (più di 500), in particolare per quelle realizzate per i film western. Il Maestro, dopo l’eccellente formazione presso il famoso Conservatorio Santa Cecilia, comincia a scrivere musica per i film nel 1955, rimanendo parallelamente arrangiatore di musica leggera per orchestre. La svolta avviene nel 1964 quando inizia il sodalizio con il regista Sergio Leone. Le prime musiche realizzate sono quelle di “Per un pugno di dollari” proseguendo con “Il buono, il brutto e il cattivo”, “C’era una volta il west” e “Giù la testa”. Sono tutte composizioni uniche nel loro genere e assolutamente memorabili. Ovviamente non bisogna dimenticare il lavoro musicale svolto per “C’era una volta in America”, uno dei cult-movie più apprezzati, realizzato sempre da Sergio Leone.
Le capacità musicali di Morricone lo portano a diventare in breve tempo una delle colonne portanti all’interno della scena cinematografica anche straniera. Si pensi a “Bugsy” o “Mission”, ma soprattutto al capolavoro “Gli intoccabili”, la cui soundtrack gli è valsa numerosi riconoscimenti. Dopo i due Nastri d’argento nel 1965 e 1966 per le musiche di “Metti una sera a cena” e “Sacco e Vanzetti” conquista numerosi altri premi (Bafta, Grammy Award, Golden Globe, Leone d’oro alla carriera), che hanno suggellato l’unicità delle sue creazioni e il suo successo internazionale.
Morricone insomma è divenuto il punto di riferimento numero uno quando si parla di colonne sonore, nonché uno dei più stimati professionisti con cui ogni regista sogna di lavorare. Per comprendere il livello di notorietà e la stima che ogni amante del cinema nutre nei suoi confronti basterebbe pensare anche esclusivamente a quanto famoso sia il suo nome e soprattutto a tutti i tributi non formali che il Maestro ha ricevuto. Oltre allo sconfinato amore dei suoi fans di tutto il mondo, infatti, anche il mondo musicale nella sua totalità lo ha sempre ammirato e rispettato. Quentin Tarantino ad esempio, ha utilizzato numerose musiche del Maestro per il suo Kill Bill, cosi come gruppi rock del calibro dei Metallica o Ramones hanno usato alcune sue composizioni per introdurre i loro concerti. Questi sono riconoscimenti che vanno ben oltre un ambito premio, che fanno comprendere quanto il successo di Morricone sia sempre attuale e indimenticato.
L’Oscar consegnatoli dal suo fidato amico Clint Eastwood (protagonista dei famosi westerns all’italiana di Sergio Leone) è perciò solo il culmine di una carriera straordinaria.
Il momento della premiazione a febbraio, è stato un evento indimenticabile sia per il vincitore che per l’Italia intera, che ha visto uno dei suoi cittadini più illustri premiato all’estero.
Ma vorrei guardare oltre, poiché non si è trattato solo di una formale premiazione, ma anche di una lezione di vita per il mondo intero. Il Maestro infatti, non ha perso l’occasione di stupire nuovamente. Stavolta non con le sue preziose sonorità musicali, ma con le sonorità della sua voce commossa, attraverso la quale alla tenera età di 78 anni ha dichiarato davanti alle telecamere di tutto il globo l’amore per sua moglie, la donna che più di ognuno lo ha sostenuto durante la sua folgorante carriera. Dedicando la vittoria a lei, Morricone ha dato prova di essere non solo il musicista-compositore per antonomasia, ma soprattutto un uomo splendido che forse proprio grazie a questa sua straordinaria sensibilità e capacità di amare, ha infuso una profondità unica ai suoi capolavori, che costituiscono presente, passato e futuro della musica cinematografica. Il Maestro ci ha dimostrato che per diventare musicisti capaci è necessario prima di tutto conoscere se stessi e l’animo umano in tutte le sue sfaccettature, nonché essere consapevoli dei propri sentimenti. Solo cosi le note possono avere realmente una loro anima e sfiorare anche solo per un istante il cuore di ognuno.
Ivo Speziali
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