Quando si dice che “la società è sempre più complessa”, non si usa un luogo comune. Numerosi studi sociologici e soprattutto l’evidenza dei fatti, sottolineano la nascita di nuovi sottogruppi sociali, di subculture e di comunità che si sono sovrapposte alla normale stratificazione della collettività. Contemporaneamente le relazioni interpersonali si sono per cosi dire “allentate”, hanno perso il loro valore e la loro importanza, a favore di scambi rapidissimi di informazioni e contatti fugaci e superficiali. Da una parte molti si sono pienamente adattati a questo stato di cose, facendo della velocità e del frenetismo il loro stile di vita: c’è tanto in questo nuovo mondo da esplorare, da conoscere e da scoprire, perché fermarsi a osservare ancora il sole?
Con questa piccola metafora voglio dire che si è perso quanto di buono c’era nel nostro stile di vita: fatto di amici fidati, relazioni stabili e piccole certezze. Se le certezze per loro natura sono state sempre poche e instabili, ora, anche quelle poche sono scomparse nel nulla e non sappiamo più a cosa aggrapparci. Durante una giornata stringiamo la mano a tante persone presentandoci, ma a stento ricordiamo il loro nome quando cala la sera. Siamo presi dalla voglia di fare mille cose tutte insieme, che ci scordiamo invece di quelle poche persone che meritano la nostra attenzione. Questo frenetismo, si riflette non solo nelle relazioni sociali ma anche nella nostra vita, che diventa automaticamente stressante. Ci sono talmente tante cose da fare e da vivere che non sappiamo mai dire “basta”, c’è sempre la voglia di andare oltre il limite. La domanda è: perché fermarsi quando il mondo è cosi variegato e complesso? Forse una risposta c’è. Perché la quantità cozza contro la qualità. Sia nelle relazioni interpersonali che nei ritmi e negli stili di vita. Voi che preferite? La quantità o la qualità? Non raccontatemi che le due cose possono coincidere, poiché sappiamo tutti che non è possibile. Siamo di fronte ad una scelta, e per chi sceglie la qualità allora chiedo di continuare a leggere, perché saprà capirmi, e a chi sceglie la quantità chiedo di continuare a leggere, perché credo possa comunque trovare la cosa interessante.
Chi si sente perso in questo panorama, ha pochi valori di riferimento, perciò vorrei portare l’attenzione su uno di questi, spesso svalutato, dimenticato o soprattutto non preso in considerazione come valore: la musica. Può sembrare strano per alcuni considerare la musica un valore, poiché per molti costituisce un semplice svago o solo qualcosa che fa da colonna sonora ad un film. Invece io invito a rivalutarla come colonna sonora della vita.
La musica porta messaggi, porta positività, sentimento e sensazioni, può portare tristezza e gioia, cosi come angoscia ed euforia. Quello che conta, come vedete, è che la musica porta emozioni, ossia la base della nostra vita. La società ha scordato le emozioni, le ha riposte nel cassetto per soppiantarle con altro. La musica può con tutta la sua potenza espressiva rinfocolare uno spirito più profondo che è scomparso da tempo. La musica accompagna i nostri ricordi, e tutti abbiamo almeno una volta nella vita provato un brivido per una canzone. Quindi lasciamo entrare la musica dentro di noi, riscopriamo noi stessi, la nostra essenza e riconduciamo la vita entro la profondità, fuggendo dalla superficialità.
Non conta che musica si ascolti, tanto sarà la musica stessa a trovarci, perché il nostro genere preferito si insinuerà lentamente e automaticamente dentro di noi, non lasciandoci più. Il genere musicale non dipende tanto dai gusti, ma dalla nostra interiorità che risponde a stimoli sonori diversi in modo diverso. E quando sentirete un brivido per più canzoni simili, allora li avrete trovato il vostro tipo di musica. Insomma non sarete voi a scegliere il genere, ma il genere a scegliere voi. Da qui la musica potrà farvi riscoprire tante cose: dalla bellezza di un piccolo particolare, ad una sensazione che avevate dimenticato. La musica vi farà pensare a chi veramente volete bene, alle cose vere e importanti della vostra ormai stressante e faticosa vita. Non dico che debba diventare un motivo di esistenza e l’unico vostro riferimento, ma perlomeno un valore che costituisca un punto fermo. La musica può riportare le persone ad essere qualcosa di nuovo e diverso, sicuramente di più spirituale, profondo e positivo. Una canzone è vero che si fa ascoltare, ma è la prima ad ascoltarvi: quando vi sentite soli vi tiene compagnia, quando siete tristi può rincuorarvi con un ritmo sicuro, quando pensate a qualcosa può aiutarvi a riflettere e quando dovete prendere una decisione, sarà sempre li a supportarvi. La musica non vi tradisce, e può insegnare ancora all’uomo come non tradire se stesso.
Ivo Speziali
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