Sequestrati 254 tir. Camionisti provenienti da tutto il Paese percorrevano lunghissimi tratti pagando pochi euro

 

 

ROMA - Duecentocinquantaquattro Tir sono stati sequestrati in tutta Italia domenica mattina.

 Facevano capo a una organizzazione criminale al cui vertice ci sarebbe Domenico Vallifuoco, un pregiudicato che ha messo in piedi un traffico di biglietti autostradali rubati dalle barriere di Napoli Nord e Casera Nord, poi rivenduti agli autotrasportatori di tutto il Paese. L'operazione é stata eseguita dalla polizia stradale della Campania sulla base dei provvedimenti disposti dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, a partire dalle prime ore dell'alba con l'impiego di 400 uomini della polizia di Stato, 350 dei quali della stradale.
I decreti di sequestro preventivo sono stati emessi a conclusione di una indagine durata diversi anni e che ha già portato a una informativa di reato per 168 indagati e all’accertamento di responsabilità penali per oltre 400 autotrasportatori e all’arresto di 9 persone.

CAMORRA - Vallifuoco, è cognato del boss della camorra Peppe Misso, capo clan del Rione Sanità: con l’aiuto di altri complici l’uomo era riuscito a tessere «una fitta rete di clienti - spiega la stradale - tutti autotrasportatori, ai quali vendeva i biglietti prelevati fraudolentemente dalle barriere autostradali di Napoli Nord, Caserta Nord e in pochi casi di Salerno». I biglietti, con il codice «classe 97», venivano poi «ripuliti» e rivenduti. Nell’attività criminosa erano pienamente integrati diversi autotrasportatori che, entrando alle barriere dal Nord Italia, avrebbero dovuto pagare un pedaggio di circa 70 euro: contattando invece Vallifuoco nei pressi del casello di Caserta Nord, potevano ottenere il biglietto fraudolento pagando solo la tratta da Caserta Nord a Napoli Nord e eludendo il dovuto per il resto del tragitto. Ogni ticket fraudolento costava 20 euro, facendo risparmiare all’autotrasportatore 50 euro. LA «TECNICA» - I biglietti, pronti per lo smercio, erano conservati dentro pacchetti di sigarette vuoti nascosti nei cestini della spazzatura delle aree di sosta o nelle cabine telefoniche dove gli autotrasportatori li prelevavano lasciando in cambio il contante. Attraverso questo sistema la banda, a partire dagli anni Novanta, ha causato «fortissimi danni» alla società Autostrade e all’erario, che sui mancati incassi valutabili «nell’ordine di centinaia di milioni di euro» da parte di Autostrade in concessione Anas avrebbe dovuto incassare parte come imposta e Iva dovuta.

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