La vittima è Tatiana Tulissi, 37enne convivente di Paolo Calligaris. Gli inquirenti: «Aperte tutte le ipotesi». "Battuta" nel bosco attorno al luogo del delitto. In giornata arrivano i Ris

 

MANZANO (Udine) - È un vero e proprio giallo, un ginepraio difficile da decifrare, il delitto di Tatiana Tulissi, 37 anni, freddata mercoledì sera con tre colpi di pistola alle spalle sulla porta della villa a Manzano (Udine) dove abitava con Paolo Calligaris, parente dei noti imprenditori del mobile.

 

LE IPOTESI - Gli interrogativi sono molti: rapina degenerata in omicidio? Delitto passionale (sia Paolo Calligaris sia la vittima avevano un matrimonio alle spalle, l'uomo anche con due figli adolescenti)? Aggressione finita male per regolare vecchi rancori? Al momento nessuna pista è esclusa. I carabinieri hanno subito sentito quattro persone, ma su nessuna di queste pare ci sia qualche sospetto particolare.

OTTO PERSONE INTERROGATE - «Tutte le ipotesi sono ancora aperte - ha detto il titolare dell'inchiesta Lorenzo Del Giudice. Lavoriamo a 360 gradi per trovare il responsabile». Nella notte tra martedì e mercoledì i carabinieri hanno continuato ad ascoltare testimoni e persone per acquisire elementi utili. Fra questi il convivente di Tatiana Tulissi, Paolo Calligaris, titolare della tenuta agricola Cà Tullio di Aquileia (Udine) e figlio di Walter. È stato sentito anche il convivente della ex moglie dello stesso Paolo Calligaris. Gli inquirenti hanno ascoltato in tutto otto persone informate dei fatti.

A MANZANO ARRIVANO I RIS - I carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Udine - una dozzina di persone in tutto - hanno cominciato a perlustrare mercoledì mattina il vasto parco all'interno del quale si trova la villa di Paolo Calligaris. La "battuta" è stata organizzata per cercare elementi utili alle indagini. Si punta a chiarire come la persona che ha sparato alla donna possa essere entrata nella villa: se cioè si sia fatta aprire il cancello perché conosceva la vittima oppure se sia entrata nella proprietà tagliando la rete di recinzione. Gli inquirenti hanno confermato che in casa non è stato trovata l'arma del delitto né i bossoli. Una prima ipotesi è che l'assassino abbia utilizzato una pistola a tamburo. A Manzano sono attesi in giornata anche i carabinieri del Ris di Parma. Secondo una prima ricostruzione dell'omicidio la donna, una volta ritornata a casa dal lavoro (lavorava come impiegata in una azienda) ha acceso il camino con della legna e subito dopo avrebbe deciso di recarsi nella legnaia per prendere altri ciocchi. Mentre stava entrando avrebbe incrociato qualcuno che l'avrebbe poi uccisa. Vano ogni tentativo di rientrare in casa.

 

 

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