Cinque premi su cinque candidature, miglior film europeo, miglior attore (Toni Servillo, in condomino con il Divo di Paolo Sorrentino), migliore regia, migliore sceneggiatura e migliore fotografia

 

Europa sotto il segno di Gomorra: il film di Matteo Garrone, tratto dal best seller di Roberto Saviano, ha vinto a Copenaghen, alla cerimonia degli oscar europei, gli European Film Awards, tutto quello che poteva vincere.

 Per i film rivali tra cui Il Divo di Sorrentino, nulla c'è stato da fare. "Dedico la vittoria - ha detto Garrone - alle persone che a Napoli stanno come in guerra, cercando di sopravvivere come in una giungla". Da 10 anni l'Italia non vinceva il primo premio agli oscar europei, dal '98 della Vita è bella di Roberto Benigni, e come questo anche Gomorra ha vinto il Grand Prix al Festival di Cannes. Un percorso che sembra portare dritto all'Oscar: il film è infatti il candidato italiano ed è già considerato tra i favoriti per la cerimonia di Los Angeles del 22 febbraio. "La cosa che più colpisce quando sei nei luoghi in cui ho preparato e girato Gomorra - ha proseguito Garrone - è che tante persone che vivono lì sono quasi inconsapevoli, non hanno reale coscienza della loro condizione. Sono in una zona grigia dove si confonde legale e illegale e fin quando non si lavorerà abbastanza su istruzione e disoccupazione ad esempio, la camorra continuerà a vivere all'interno di quella realtà. Tanti premi così non me li aspettavo di certo, ma li ritengo una conferma che il film riesce a comunicare emozioni forti anche a chi non è italiano".
   Gomorra è un'opera che ormai travalica il cinema, è un fenomeno che è riuscito a interessare tanti paesi grazie alla potenza del linguaggio e ai temi trattati, al mondo spietato del sistema camorra così tragicamente realistici. Paolo Sorrentino regista de Il Divo, ha assistito alla vittoria di Garrone quasi con rassegnazione, "non è una sfida" ha continuato a dire. Da Cannes i due film duellano, rivali loro malgrado, entrambi però simbolo di riscossa internazionale del cinema italiano, uniti dallo stesso attore, Toni Servillo, che ha vinto il premio per entrambi i film. "Questo film, come il libro, non può cambiare le cose nei territori in mano alla camorra - ha detto Garrone - perchè le cose si cambiano attraverso il lavoro dei politici. Noi abbiamo dato strumenti al pubblico per capire certe dinamiche, il successo del film e del libro ci dimostra che il messaggio è arrivato. Ma non oltre questo compete a noi".
   Quanto a Servillo, arrivato da San Pietroburgo dove questa sera debutterà con la trilogia della Villeggiatura di Goldoni, "non è stato difficile interpretare entrambi i ruoli di questi film: da una parte è un caso che io li abbia fatti insieme, dall'altra no perchè con Garrone e Sorrentino condivido - ha proseguito Servillo - un profilo culturale, un orizzonte artistico che ha determinato le mie scelte. Mi fa molto piacere che questi film tornino a occuparsi della complessità del reale, con un linguaggio molto personale".
   I tanti premi stasera a Gomorra saranno ulteriore veicolo per la distribuzione del film: ne è convinto il produttore Domenico Procacci che con la Fandango, Rai Cinema e il contributo del ministero per i Beni Culturali ha realizzato il film. Alla cerimonia di premiazione, al Forum di Copenaghen c'erano i principi di Danimarca Frederik e Mary, il commissario europeo Vviane Reding e tanti nomi appartenenti a quel club europeo del cinema di qualità che è sostanzialmente la European Film cademy presieduta da Wim Wenders.
   Oltre che per Gomorra, gli applausi più calorosi con standing ovation sono andati alla signora del cinema inglese Judy Danch, premiata alla carriera, e ai fondatori del gruppo danese Dogma guidati da Lars von Trier.

 

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