La Protezione Civile: "L'acqua sta defluendo, tra 24 ore livelli più bassi" - LA SITUAZIONE METEO
Sorvegliato speciale da ponte a ponte, da ansa ad ansa. I romani si alzano con un solo pensiero: andare a saggiare de visu il Tevere rigonfio d'acqua nera che con la corrente impazzita trascina tronchi, rami d'alberi e quant'altro ha raccolto nella sua folle corsa, sotto un cielo color del piombo

 

Piove ma nessuno ci crede alla possibilità (sempre più concreta man mano che passano le ore) che il fiume «tradisca» la sua città e possa inondarla.

 

Sbirciano dagli autobus e dalle auto che attraversano i ponti, s'affacciano dalle balaustre di pietra, scattano foto, misurano i livelli dell'acqua, fanno previsioni. «Esce», «Nun esce», gli amarcord si sprecano, gli esperti dell'ultima ora pure. Il centro nevralgico è il ponte dei lucchetti degli innamorati (ponte Milvio o Mollo) chiuso al transito: a sancirlo le postazioni tv dei principali network televisivi. Poi arriva la notizia di un barcone di enormi dimensioni che ha rotto gli ormeggi andando alla deriva e si è schiantato contro un pilone di ponte Sant'Angelo (dove si era già in precedenza incagliato un battello) mettendosi di traverso e ostruendo una delle arcate del ponte. È soltanto l'inizio dell' angoscia che nell'attesa della piena, ora dopo ora, s'ingrossa come le acque limacciose del Tevere. Alle 18, ora prevista, però non succede nulla. La piena ha rallentato la corsa, c'è stato uno straripamento del Tevere nei pressi di Orte che ha ridotto l'ingrossamento. Il dio Eolo ci mette del suo: il maestrale che finora ha favorito il deflusso a mare cambia in libeccio. Si procede, così, allo sgombero degli abitanti dell'Idroscalo a Ostia. Nella zona, monumento dell'abusivismo tristemente noto perchè vi fu ucciso Pier Paolo Pasolini, l'operazione è stata difficile per la resistenza degli sfollati, compresi nomadi, agli sgomberi in generale. Nell'emergenza ognuno fa la sua parte.

Poi l'aggiornamento delle previsioni dalla Protezione Civile: niente allarmismi, la situazione è sotto controllo. La tensione s'allenta. Piuttosto che dal fiume, ora, le acque potrebbero risalire dalle fogne e dai tombini come succede alla Magliana dove vengono evacuate venti persone da uno stabile.

L'Aniene è invece esondato in mattinata sommergendo le case abusive sulle sponde, soprattutto baracche dei nomadi, nei pressi di Ponte Mammolo tra via Palmiro Togliatti e la stazione metro della linea B. La Via Tiburtina tra Ponte Mammolo e il Raccordo si è trasformata in un vasto lago. Invece il sorvegliato speciale Tevere continua a reggere. A scopo precauzionale (da sottolineare tre volte) nel pomeriggio è stato «evacuato» l'ex ministero della Salute a Lungotevere a Ripa. Anticipate, pure, le uscite dagli uffici a Palazzo Madama in Corso Rinascimento e alla sede del Coni nella zona dello stadio Olimpico. La situazione resta critica a Ponte Sant'Angelo dove altri tre barconi che hanno rotto gli ormeggi sono andati a semi-ostruire le arcate. «Imbecilli» dirà il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso «quelli che non li hanno ancorati bene».
Intorno alle 19.30, di fatto, la piena del Tevere è già cominciata. A rilevarlo è l'idrometro di Ripetta: il fiume cresce di uno-due centimetri l'ora. Non è una piena «scenografica», è molto lenta. Va benone così. Alle 18.45 il livello del fiume è 12,39 metri (abitualmente è di 6,50 metri). Perchè il Tevere esondi è necessario che il livello raggiunga i 17 metri, il fatto è ormai scongiurato.

Gli appelli alla popolazione di non sostare sui ponti sembrano dettati dalla necessità di non intralciare il lavoro dei mezzi di soccorso che devono essere pronti a rimuovere tronchi, imbarcazioni e altri ostacoli che impediscano il flusso delle acque sotto le arcate dei ponti. Quella di queste ore è la terza piena più significativa dal dopoguerra ad oggi. Verso le 3 della notte ha raggiunto l'acme: l'esondazione per le prossime 24 ore è ormai scongiurata. Il pericolo, ora, dicono gli esperti, è il probabile collasso delle fogne. Ma questa è una vecchia storia.

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