ROMA (23 dicembre) - Nell'inchiesta sugli appalti di Napoli spunta fuori anche il figlio di Antonio Di Pietro, Cristiano.


Per la Direzione investigativa antimafia, Mario Mautone, ex provveditore alle Opere pubbliche di Campania e Molise, metterebbe in atto un tentativo di ricatto nei suoi confronti. Anche se il figlio dell’ex ministro alle Infrastrutture, consigliere comunale a Campobasso, nelle sue telefonate definite di “cortesia”, chiede «di affidare incarichi ad architetti da lui indicati», sollecitati anche da un ex sottosegretario, poi divenuto segretario del ministro, e «altri incarichi anche al di fuori degli ambiti istituzionali».

E rispetto a queste accuse il leader dell Idv interviene: «Non c'è figlio che tenga siccome non ho nulla da temere, non ho nulla da temere, non ho niente da nascondere e quindi posso dire solo “buon lavoro” ai magistrati». Non so se questo telefilm, che non ha nè capo nè coda, sia stato fatto uscire oggi ad arte. Ma cosa importa? Non mi unirò, come in molti speravano, alla politica paludata che se la prende con i magistrati e chiede la riforma delle intercettazioni. Anzi dico: benvengano le intercettazioni e la pubblicazione sui giornali quando non sono coperte dal segreto di istruttoria».
 
«Qualcuno -prosegue Di Pietro- potrebbe chiedermi se sia un caso il fatto che queste intercettazioni escano fuori proprio all'indomani del voto in Abruzzo e nel giorno stesso in cui vado in Campania e confermo l'uscita degli esponenti dell'Idv dalle giunte provocando possibili elezioni. E sempre nello stesso giorno in cui indico la responsabilità politica del sindaco, del presidente della Regione e della provincia su quello che sta accadendo. È vero, potrebbe essere una spiegazione interessante e potrebbe giustificare quello che succede...Ma siccome io non ho nulla da temere sapete che vi dico: e che me frega?».

«Che mi importa - argomenta il leader dell'Idv - se lo hanno fatto per delegittimare o meno? Sarebbe solo una dietrologia e a me non interessa». Di Pietro ribadisce che, di fronte all'inchiesta di Napoli e alle intercettazioni pubblicate «come ogni bravo cittadino esprimo la mia solidarietà e incoraggiamento ai magistrati». «Come ogni buon politico - conclude Di Pietro - dico che non c'è figlio che può permettere di bloccare le intercettazioni e che sono ben contento che si indaghi così si distinguerà il grano dal loglio e da buon ministro mi dico orgoglioso di aver provveduto alla rotazione dei dirigenti del ministero delle Infrastrutture. Non grido quindi allo scandalo ma al salutare l'intervento della magistratura».

 

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