Referendum nella Federazione elvetica. I sì sfiorano il 60%. Solo quattro i Cantoni dove i no hanno vinto, la maggior percentuale in Ticino

 

 

BERNA - La Svizzzera ha approvato in un referendum la proroga dell'accordo sulla libera circolazione dei lavoratori con l'Unione europea e alla sua estensione a Romania e Bulgaria.

 I sì sono stati il 59,6 % dei voti favorevoli. Solo quattro dei 26 Cantoni - tra cui il Ticino con la percentuale pià alta (65,8%) - hanno votato contro l'accordo che prevede che i cittadini europei possano vivere e lavorare senza particolari restrizioni in Svizzera, e viceversa che i cittadini svizzeri possano lavorare alle stesse condizioni nell’Ue. La partecipazione al voto è stata del 51,5%, superiore alla media.

ACCORDO - Il referendum era stato chiesto da gruppi preoccupati che il lavoro degli immigrati potesse far aumentare la disoccupazione tra gli svizzeri, soprattutto in un momento di forte crisi economica come quella attuale. Il governo e gran parte dei partiti hanno fatto campagna per il sì, con il sostegno del mondo economico. Per il no si era espressa l'estrema destra populista dell'Unione democratica cristiana di Christoph Blocher. Se avessero vinto i no, l'Ue avrebbe applicato alla Svizzera la cosiddetta «clausola ghigliottina», per la quale tutti gli altri sei accordi firmati dieci anni fa sarebbero stati annullati. L’accordo sulla libera circolazione è entrato in vigore nel giugno 2002.

ALTRI VOTI - In Svizzera si è votato anche in referendum locali. Per esempio il Cantone di Zurigo ha approvato un'iniziativa della Lista alternativa (estrema sinistra) per l'abolizione dell'imposizione forfettaria con cui si sono attirati i ricchi stranieri che non esercitano un lavoro in Svizzera, secondo i promotori un privilegio concesso a stranieri multimilionari, di cui il Cantone approfitta solo minimamente. A Davos (Grigioni) approvato un credito di 29,5 milioni di franchi svizzeri per estendere il Centro dei congressi dove si svolge il Forum economico mondiale. Nel Cantone di Ginevra il 70,5% di sì all'introduzione del voto via Internet, accanto al voto per corrispondenza e al voto diretto nell'urna.


Fonte