Il vicepresidente del Csm nel dibattito del Plenum. Il numero due di Palazzo dei Marescialli definisce la norma in contrasto con l'articolo 21 della Costituzione

 

ROMA - Il disegno di legge della maggioranza sulle intercettazioni «distrugge» questo strumento investigativo.

Lo ha detto il vicepresidente del Csm Nicola Mancino nel corso del dibattito sul parere del Csm sul provvedimento di legge approvato lunedì dalla Commissione Giustizia di Montecitorio. Nel mirino di Mancino c'è soprattutto la norma che autorizza le intercettazioni solo in presenza di gravi indizi di colpevolezza. «Tutto questo distrugge la stessa possibilità delle intercettazioni - ha detto - la limita fortemente».

GIORNALISTI - «La sanzione penale per i giornalisti è eccessiva e unilaterale ai sensi dell'articolo 21 della Costituzione», quello sulla libertà di stampa, ha detto Mancino. «Il venir meno del segreto - ha aggiunto - è opera unilaterale del giornalista o c'è qualcuno che ha concorso nella consumazione del reato con lui?». E poi ha aggiunto: La norma contenuta nel disegno di legge sulle intercettazioni in base alla quale per autorizzarle c'è bisogno di gravi indizi di colpevolezza «distrugge la possibilità di intercettare, limita fortemente lo strumento». Il numero due di Palazzo dei Marescialli ha osservato che «il Csm ha fatto un buon lavoro ed è sbagliato pensare che andiamo oltre alle competenze che la legge ci assegna».


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