Si scatenano le reazioni alla dichiarazione del premier Silvio Berlusconi, che sabato, dal vertice Nato di Praga, aveva minacciato di prendere «dure misure» contro la stampa italiana che remerebbe «contro gli interessi del paese» con «calunnie» su gaffe inesistenti del capo del governo e senza mettere in risalto l'azione dell'esecutivo sulla scena internazionale.

 Le parole hanno scatenato le proteste della Federazione Nazionale della Stampa che con il presidente Roberto Natale ha parlato di dichiarazioni di «inaudita gravità» e con il segretario Franco Siddi di «cattive tentazioni».
Da parte sua il segretario del Pd, Dario Franceschini, definisce «frutto del nervosismo fisico di chi capisce che il suo ciclo sta finendo» le polemiche del premier Silvio Berlusconi nei confronti della stampa. «Il suo - ha aggiunto Franceschini, concludendo i lavori della scuola politica del Pd ad Amalfi - è il nervosismo di chi capisce che dopo tanti anni qualcuno ancora ride per le sue scenette, ma nessuno più si spaventa per le sue minacce». Silvio Berlusconi partecipa ai vertici internazionali «per divertirsi, come se andasse in gita scolastica», ha detto il leader Pd.
Molto critico anche Felice Belisario, presidente dell'Italia dei Valori: «Evidentemente a Berlusconi il controllo o la proprietà delle televisioni, pubbliche e private, non basta». Per il presidente di Idv ora il premier «vuole assumere anche il controllo totale della carta stampata che è già in larga parte in ginocchio davanti a lui. Minaccia tuoni e fulmini semplicemente per aver riportato quello che i giornali e le tv di tutto il mondo hanno scritto e fatto vedere, cioè che ha commesso due gaffe internazionali in due giorni». Per Belisario siamo ormai «alla censura preventiva, all'anticamera del regime autoritario».
Ma dal Pdl arrivano parole in difesa del premier: per Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato, «Berlusconi è appena uscito dal grande congresso di costituzione del Pdl, un evento che la sinistra si sogna - afferma Gasparri - domina la scena internazionale rivelandosi decisivo per le nomine alla Nato e scelte del G20, la Corte Costituzionale gli dà ragione nella lotta al terrorismo sabotata dalle toghe rosse e Franceschini, sostenuto dal servilismo della Rai delle Bignardi e dei Fazio, dice che il ciclo di Berlusconi è finito? Franco Marini, o qualche altro saggio del Pd, lo porti da un medico. Deve reggere almeno fino alla cacciata di giugno. Sicuri. Per resistere ancora un paio di mesi».

 

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