Gianfranco Fini

L'Aula della Camera ha confermato la fiducia al governo Berlusconi approvando con 294 sì e 186 no la fiducia posta sul decreto legge anticrisi.

 Le dichiarazioni di voto si sono svolte con i deputati dell'Italia dei valori in aula con una mascherina listata a lutto sul petto che rappresenta la morte della cultura e dello spettacolo in Italia. Le mascherine sono state consegnate ai parlamentari Idv da una delegazione di artisti, attori, musicisti ed esponenti della cultura e dello spettacolo che hanno voluto così denunciare i tagli al settore effettuati dal governo («denuncia che l'Italia dei valori fa propria», rende noto l'ufficio stampa Idv della Camera). Il via libera al provvedimento invece arriverà martedì prossimo intorno alle 13. Poi al Senato per un esame in tempi strettissimi che dovrebbe portare al via libera fra sabato 1° agosto e domenica 2 agosto. Poi un nuovo passaggio a tempo di record alla Camera per il via libera definitivo.

Sul provvedimento, infatti, già si annunciano alcuni correttivi al Senato, dopo lo stralcio per inammissibilità sulle reti di energia e gli studi di settore. «Ho avuto la parola del presidente Berlusconi e confido sulla sua parola», ha ribadito oggi il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo da Are (Svezia), in riferimento all'articolo 4 contenuto nel decreto legge di manovra che esautora il suo ministero da competenze sulle autorizzazioni su infrastrutture energetiche e ambientali, sostituendole con commissari speciali. «Alla Camera, purtroppo, lo stralcio non è stato possibile, ma dovrà essere fatto al Senato».

Non sono stati in aula per il voto i deputati dell'Mpa. «Su questo decreto legge - ha spiegato Carmelo Lo Monte, capogruppo dell'Mpa in aula - non possiamo che esprimere giudizio negativo. Non potendo non votare la fiducia, oggi al momento del voto usciremo dall'Aula». Per il deputato «l'impegno del governo rispetto al Sud è insoddisfacente.Gli impegni solenni assunti nel programma non sono stati mantenuti, anzi per u anno intero enormi flussi di denaro pubblico sono stati drenati dal sud verso altre aree del Paese».



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