A 24 ore dal tritolo a Burgos, scoppia bomba sotto autopattuglia. Due feriti gravi. Per evitare la fuga dei terroristi chiuso l'aeroporto e vietato salpare dal porto. Colpita una caserma vicino alla residenza estiva dei reali di Spagna




MAIORCA - L'Eta torna a colpire.

A ventiquattro ore dall'attentato a Burgos in cui sono rimaste ferite 69 persone, i terroristi tornano a colpire sull'isola di Maiorca. Una bomba è esplosa sotto un'auto della Guardia Civil ferma davanti alla caserma di Palmanova, sull'isola di Maiorca. Morti i due militari che erano a bordo della macchina: Enrique S., 28
anni, da un anno a Maiorca, e il suo collega di 27 anni.
Feriti diverse altre persone, tra cui un paio sono state ricoverate in gravi condizioni. Per evitare la fuga dei terroristi, la Prefettura ha ordinato che nessuno potrà lasciare l'isola fino a nuovo ordine: chiuso l'aeroporto, vietato allontanarsi dal porto.
Anche se l'organizzazione terroristica basca non ha rivendicato gli attentati, non c'è dubbio sulla firma delle due bombe esplose alla vigilia del 50° anniversario dell'organizzazione indipendentista nata il 31 luglio 1959 e accusata di aver ucciso oltre 800 persone: obiettivo, tecnica e collocazione temporale degli attentati sono caratteristiche inconfondibili dell'Eta.
Il luogo dell'attentato a Maiorca si trova in un quartiere affollato di turisti, a circa 7 chilometri dal palazzo di Marivent, dove i reali spagnoli tra un paio di giorni sarebbero arrivati per trascorrere come di consueto le vacanze estive. L'attentato è avvenuto nel momento in cui erano in corso i sopralluoghi delle forze dell'ordine per garantire la sicurezza dei monarchi.

Ieri le forze di sicurezza avevano parlato di altre due auto-bomba che l'organizzazione terroristica basca sarebbe riuscita a far entrare dalla Francia. L'autobomba esplosa oggi a Maiorca potrebbe essere una delle auto imbottite di esplosivo che i servizi segreti di Madrid stanno ancora cercando.
Nell'attentato di ieri alla caserma di Burgos, la facciata dell'edifico è stata completamente sventrata. Ci dormivano quasi 120 persone, di cui 41 erano bambini "e se non è morto nessuno - ha detto il ministro degli Interni spagnolo - è stato un miracolo. I terroristi volevano di sicuro uccidere".
"Abbiamo a che fare con una banda di assassini", ha aggiunto il ministro, "da oggi sappiano anche che sono assassini selvaggi e impazziti, il che li rende più pericolosi ma non più forti". Contrariamente a quanto ha sempre fatto, prima dell'esplosione l'Eta non ha fatto telefonate di preavviso, come in genere fa quando il luogo preso di mira è frequentato da civili.
Nella storia dell'Eta (acronimo di Euskadi Ta Askatusan, che significa ''paese basco e libertà''), Burgos è un luogo fortemente simbolico perché nella primavera del 1970, in piena dittatura, vi si svolse il primo processo contro l'organizzazione che tre anni dopo, il 20 dicembre del 1973, avrebbe ucciso il primo ministro Luis Carrero Blanco.


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