Il testo prevede la riduzione, entro sette anni, delle testate strategiche a un numero inferiore a 1.550 per Paese




PRAGA - Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e quello russo, Dmitry Medvedev, hanno firmato nella sala spagnola del Castello di Praga lo storico trattato per la riduzione degli arsenali nucleari dei rispettivi Paesi.

Il trattato Start-2, che sostituisce lo Start-1, scaduto a dicembre, stabilisce un tetto di 1.550 testate nucleare operative e un massimo di 800 vettori per ciascuna delle due superpotenze.

LE DICHIARAZIONI - Obama nel discorso tenuto dopo la cerimonia della forma ha definito la firma «una pietra miliare per le relazioni bilaterali e la sicurezza nucleare». Poi ha aggiunto che l'accordo «rende gli Stati Uniti e il mondo più sicuri». Il presidente Usa ha ribadito la sua volontà di vederlo ratificato dal Senato «quest'anno. Il nuovo trattato Start per la riduzione delle armi nucleari di Usa e Russia apre la strada a tagli ancora maggiori degli arsenali dei due Paesi». Anche il leader del Cremlino Dmitri Medvedev, concordando con il presidente Usa Barack Obama, ha definito un «avvenimento storico» la firma dello Start-2. A suo avviso si tratta di un accordo equilibrato e non ci sono «né vincitori né vinti: ha vinto la sicurezza mondiale, la comunità mondiale».

COSA PREVEDE - Il nuovo Start prevede che Usa e Russia possano avere 700 vettori - missili balistici intercontinentali (Icbm), missili balistici a lancio da sottomarino (Slbm) e bombardieri pesanti (Hb) - dispiegati e 1.550 testate. Il trattato, a validità decennale, stabilisce anche i nuovi meccanismi di verifica reciproca del suo rispetto.

IL DOPO - Il prossimo passo pare essere proprio quello di definire un terreno comune per quanto riguarda il rapporto tra le armi offensive e quelle difensive. Il vecchio piano del presidente George W. Bush di allargare lo scudo antimissilistico a Polonia e Repubblica ceca, che tanto aveva fatto adirare Vladimir Putin, è stato messo in cantina da Obama. Una decisione che Medvedev ha «apprezzato» esplicitamente. Tuttavia, il problema resta e anche il nuovo progetto di scudo di Obama, più limitato con elementi in Romania e forse in Bulgaria, suscita sospetti a Mosca. Il presidente americano ha ribadito che lo scudo non ha lo scopo di rompere l’equilibrio strategico russo-americano e ha auspicato un «dialogo serio» su questo tema. Medvedev ha accolto la proposta. «Siamo certamente interessati a rendere più stretta la collaborazione su questo tema coi nostri partner americani», ha spiegato e ha prospettato l’ipotesi di una cooperazione per creare un sistema di difesa antimissilistica globale comune: «Dovrebbe essere pensata tenendo presente la vulnerabilità del nostro mondo, le minacce terroristiche, compresa la possibilità di utilizzare armi nucleari da parte di terroristi». Temi che saranno certamente al centro della visita che Medvedev farà negli Usa in estate. A ogni buon conto, il Cremlino ha messo un chiaro paletto, diffondendo una dichiarazione unilaterale: la Russia si considererà vincolata al rispetto del nuovo Start solo se lo scudo Usa non diventerà minaccioso per la capacità deterrente dell’arsenale nucleare russo. Dopo le diplomazie e i presidenti, ora la parola passerà ai Parlamenti. Il trattato dovrà andare alla ratifica sia della Duma russa che del Senato Usa. Obama ha auspicato che, nel suo paese, vi sia un’approvazione bipartisan del documento. Medvedev ha auspicato che le due ratifiche siano «sincronizzate».

L'IRAN - La lotta alla proliferazione nucleare è uno dei cardini della politica estera di Obama: martedì l'Amministrazione Usa ha presentato la nuova strategia che impegna gli Usa a non fare uso di armi atomiche contro Paesi che rispettino il Trattato di non proliferazione Nucleare. Ma sullo sfondo rimane l'incognita della corsa al nucleare dell'Iran. «Mi aspetto che saremo in grado di imporre forti, dure sanzioni contro l'Iran questa primavera», ha detto Obama. Ma la risposta non si è fatta attendere:? Barack Obama parla «con il linguaggio delle bome e delle pallottole» ha risposto Mahmoud Ahmadinejad al presidente americano. Secondo il presidente iraniano, citato dall'agenzia Fars, «gli Usa hanno ucciso più di 300mila persone in Afghanistan e in Iraq, azioni contrarie all'insegnamento di Dio».

FARNESINA - Per il portavoce della Farnesina, Maurizio Massari, la firma del trattato Start 2 tra Stati Uniti e Russia, «segna probabilmente l'inizio di una nuova era rispetto alla Guerra Fredda, un'era in cui l'arma nucleare serve a obiettivi diversi rispetto a quelli di 20 anni fa». Per il ministro degli Esteri Franco Frattini «la firma odierna costituisce un importante passo avanti nel cammino per il disarmo e per un mondo senza armi nucleari». Si è trattato di «un atto di fiducia reciproca che testimonia la serietà dell'impegno degli Stati Uniti e della Russia in tema di disarmo nucleare». La riduzione degli arsenali nucleari esistenti in un quadro negoziato e condiviso, ha sottolineato il capo della Farnesina, è un obiettivo che l'Italia sostiene fortemente.

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