Si è spento poco dopo le 13. Il presidente emerito della Repubblica era ricoverato dal 9 agosto. Famiglia stretta nel dolore

Francesco Cossiga

Il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga non ce l'ha fatta.

E' morto stamane pochi minuti dopo le 13 al Policlinico Gemelli di Roma dove era ricoverato dal 9 agosto per una insufficienza cardio-respiratoria.

Le condizioni dell'ex capo dello Stato avevano subito un improvviso peggioramento in nottata. Come riferito dal bollettino medico delle 12 in cui si parlava di "quadro clinico di estrema gravità".

Nel reparto di Rianimazione del policlinico romano, ad accompagnare le ultime ore di agonia del presidente emerito della Repubblica, sono stati i figli Giuseppe e Anna Maria, i parenti, gli amici più intimi e gli uomini della scorta, che il presidente chiamava i suoi 'angeli custodi'. La famiglia è adesso stretta nel suo dolore per la morte del loro caro. Il primario Massimo Antonelli, insieme alla sua equipe medica, ha seguito l'ex capo di Stato da lunedì scorso quando Cossiga era stato ricoverato.

La camera ardente che ospiterà la salma del presidente emerito della Repubblica è in corso di allestimento presso la chiesa centrale del Policlinico Gemelli, in largo Francesco Vito 1. Sarà aperta al pubblico domani, dalle 10 alle 18. Prese tutte le misure organizzative per regolare l'afflusso delle autorità e dei cittadini che vorranno porgere l'ultimo saluto.

E a rendere omaggio a Cossiga saranno in molti domani. Sono previsti tra gli altri il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il suo predecessore Carlo Azeglio Ciampi, i presidenti di Camera e Senato Gianfranco Fini e Renato Schifani, il sottosegretaio alla presidenza Gianni Letta. Atteso anche il segretario di Stato Vaticano, cardinale Tarcisio Bertone.

La bara di Cossiga sarà avvolta dal tricolore e dalla bandiera sarda raffigurante i 4 mori. A quanto apprende l'ADNKRONOS si tratterebbe di una espressa volontà del presidente emerito che avrebbe cosi voluto rendere omaggio all'Italia e alla sua terra d'origine.

Nella lettera a Schifani, Cossiga ha scritto: "Nel mio testamento, ho disposto che le mie esequie abbiano carattere del tutto privato, con esclusione di ogni pubblica onoranza e senza la partecipazione di alcuna autorità". Ora si attende a Roma l'arrivo del notaio Luigi Cambri di Milano per la lettura del testamento. A quanto apprende l'Adnkronos il notaio si trovava all'estero e starebbe rientrando in Italia.

Dopo il suo ricovero per insufficienza respiratoria nei giorni scorsi le condizioni dell'ex Capo dello Stato avevano fatto registrare un ''progressivo, anche se lento miglioramento'' come attestato dai bollettini medici emessi nei giorni scorsi dal policlinico romano, tanto da consentire una graduale riduzione dei supporti farmacologici. I medici che lo hanno in cura però avevano da subito precisato che ''la severita' del quadro clinico iniziale impone prudenza nella valutazione della prognosi''.

Negli otto giorni trascorsi al reparto di medicina d'urgenza dell'Universita' Cattolica, il senatore a vita aveva ricevuto attestati di stima e di affetto da parte del mondo politicoe non solo, e fin dal primo giorno, dinanzi all'ingresso del pronto soccorso del Gemelli si era subito formata una piccola folla di giornalisti, cineoperatori, conoscenti e familiari. Tra i primi a raggiungere il Gemelli erano stati i figli Giuseppe ed Anna Maria, il sacerdote rosminiano don Claudio Papa, molto legato all'ex presidente della Repubblica, e il direttore dell'Adnkronos Giuseppe Pasquale Marra, grande amico di Cossiga da molti anni.

Il 12 agosto scorso monsignor Fisichella si era recato al Gemelli per portare il saluto del Papa a Cossiga, eil 14 agosto la visita del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, proprio nella giornata in cui le condizioni del senatore a vita erano migliorate, tanto da far dire a Paolo Naccarato, per anni stretto collaboratore di Cossiga, che "il vecchio leone" sarebbe presto "tornato a ruggire". A portare il sostegno del premier Berlusconi all'ex presidente della Repubblica era stato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, cosi' come aveva fatto il vice sindaco di Roma Mauro Cutrufo a nome del primo cittadino Gianni Alemanno.

Vicini alla famiglia nei giorni del ricovero anche, l'ex prefetto di Roma Enzo Mosino, l'ex capo del Sismi Nicolo' Pollari, il deputato dell'Udc Enzo Carra, il senatore del Pdl Domenico Gramazio e quello dell'Udc Francesco D'Onofrio.

Fonte