Christian De Sica si schiera in difesa del canonico filone natalizio, ma forse l’era di un genere troppo banale e ormai scontato volge al tramonto

Roma - Quest’anno il tradizionale e collaudatissimo “cinepanettone”, che da oltre vent’anni sbancava puntualmente i botteghini durante il periodo natalizio, sembra aver perso il suo sapore.

I risultati, infatti, parlano chiaro: “Vacanze di Natale a Cortina” di Neri Parenti ha prodotto incassi inferiori del cinquanta per cento rispetto al 2010 (anno in cui, effettivamente, già iniziava a ventilarsi una certa flessione di interesse per il genere da parte del grande pubblico), e sorte migliore non ha di certo avuto “Finalmente la felicità” di Pieraccioni.

A primeggiare, invece, durante queste vacanze natalizie sono stati “Sherlock Holmes” di Guy Rirchie ed “Il gatto con gli stivali” di Chris Miller, ai quali si sono poi aggiunti ”Immaturi 2” di Paolo Genovese , “J.Edgar” di Clint Eastwood, ed “Alvin Superstar 3” di Mike Mitchell, completando così la rosa dei film più visti.

A cosa è dovuta, dunque, questa radicale inversione di tendenza? Si tratta della fine di un’epoca o semplicemente di una momentanea battuta di arresto di un genere che non è più quello di una volta?

Christian De Sica, attore simbolo dello storico “cinepanettone”, si schiera senza esitazioni in difesa del poco fortunato lungometraggio italiano di cui è stato quest’anno protagonista insieme a Sabrina Ferilli. Stando alle sue dichiarazioni, un momento di stanca è fisiologico e sacrosanto, ma da questo alla morte di un genere cinematografico c’è un abisso, tanto più che i minori incassi di tutti i film presenti nelle sale durante il periodo natalizio possono essere riconducibili alla minore disponibilità economica degli italiani che hanno deciso di tagliare le spese.

Tutto riconducibile alla crisi economica quindi? Può darsi. Di certo, però, non sono mancate ipotesi di altra natura: si è, infatti, parlato di una programmazione troppo ricca, di un repentino cambio di gusti degli italiani, di trailer non proprio riuscitissimi, e, soprattutto, della continua offerta al pubblico di un filone troppo datato che, tra storie banali, situazioni viste e riviste e battute ormai scontate, non può che suscitare un freddo interesse.

Tante ipotesi, dunque, ma nessuna risposta vera e propria, solo l’augurio che il prossimo anno, grazie ad un format rinnovato, ci venga servito un “cinepanettone” più “succulento”.