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Estate: tempo di esami di maturità per gli studenti, alla conquista del tanto agognato diploma, ma anche tempo di saggi di recitazione per gli allievi delle scuole teatrali.

Proprio come nel caso della nota accademia romana diretta da Augusto Zucchi che ha recentemente portato in scena un testo sceneggiato dallo stesso Zucchi, in collaborazione con Gaia Riposati, intitolato “Villa Serena – La casa degli addii”.

Lo spettacolo, replicato per diverse sere al Teatro Agorà, ha dato modo a giovani attori emergenti di cimentarsi davanti alla platea, in quello che si può considerare un vero e proprio “battesimo artistico”.

Curiosa la trama ambientata in un centro per malati di mente, dove gli ospiti improvvisano una sorta di reality show, nel quale viene affrontato il tema dell’addio tra innamorati, in varie versioni e nelle situazioni più disparate. Un pretesto per mostrare le tante sfaccettature dell’amore, ma anche e soprattutto i molteplici aspetti della realtà dei giorni nostri.

Si ride, ci si commuove, si riflette: il tutto con garbo e con leggerezza.

Ed anche se non sono mancate le critiche al copione un tantino “fragile”, non si può certo negare che la rappresentazione mantenga pienamente le promesse di sano divertimento, senza voler strafare o lanciare messaggi pseudo-intellettuali a buon mercato.

La performance scorre in modo piacevole e gli artisti in erba, pur non mancando di qualche ingenuità e di alcune piccole incertezze dovute alla poca esperienza, risultano azzeccati nei rispettivi ruoli.

Si è, dunque, trattato di uno spettacolo, nell'insieme, ben riuscito, che trova il suo punto di forza nella coralità e nella studiata combinazione di personalità tanto diverse quanto complementari tra loro, grazie ad un perfetto affiatamento.

Tra gli interpreti, particolarmente apprezzati sono stati Andrea Nembrini, sicuro, disinvolto, e dotato di una mimica facciale molto espressiva e la giovane ed elegante Silvia Jovine, provvista, a sua volta, di una buona padronanza scenica ed una innata grazia.

Ovviamente, in linea col tipo di contesto “scolastico” le scenografie ed i costumi.

In definitiva, una preziosa occasione per i ragazzi di mettersi in gioco nel mondo della recitazione.

Poco importa se non tutti loro diventeranno in futuro nuovi De Niro o eredi di Maryl Streep.

Quello che davvero conta, a prescindere dai sogni, è l’essere protagonisti nel grande palcoscenico della vita.