| | Compendio di Storia del doppiaggio in Italia di Lorenzo Bassi
L'avvento
del sonoro nel cinema, nel 1928, fece immediatamente sorgere il problema
di rendere fruibili all'estero i film parlati. Le case produttrici americane
in primis si porsero il problema di non perdere il mercato europeo che
certamente non si sarebbe accontentato dei sottotitoli. Tra i mercati
europei il più ricettivo era proprio, come adesso, quello italiano
ma il regime fascista impedì da subito che le lingue straniere rischiassero
di imporsi in Italia e, per tale motivo, negarono la proiezione di film
parlati in lingua estera. Rimedi quali il rendere muti i film sonori,
salvo intramezzare didascalie inevitabilmente lunghe, non accontentavano
il pubblico italiano e, visto anche che poche sale erano attrezzate per
il sonoro, si tirò avanti fino al 1930 proponendo gli ultimi film
muti. Ad esempio quelli di Charlie Chaplin, che inizialmente non accettò
l'uso del sonoro, o lungometraggi quali Ben Hur di Fred Niblo che in un
primo tempo non erano stati accettati dalla censura per motivi politici
(per scarso rispetto per la romanità nel caso di Ben Hur, prodotto
negli anni '20).
Nel 1930 era stato raschiato anche il fondo del barile e nei cinema italiani
venivano proiettati solo film sonori italiani, film muti scadenti o film
stranieri sonori trasformati in muti e gli italiani stavano abbandonando
i cinema. Un primo rimedio da parte delle case produttrici straniere fu
quello di far girare più versioni di ogni film; ciascuna scena veniva
ripetuta in lingue differenti da parte degli attori principali che leggevano
su un gobbo le parole in lingua straniera scritte così come dovevano
essere pronunciate; per i personaggi secondari si cambiavano gli attori
utilizzando di volta in volta quelli che conoscessero la lingua straniera
in cui si stava girando la versione.
Il risultato era poco gradevole, le frasi erano mal pronunciate, con accenti
sbagliati e inflessione marcatamente straniera, e i film così ottenuti
furono un insuccesso. Un caso a parte è costituito dalla versione
di Muraglie (1931) in cui Stan Laurel e Oliver Hardy recitavano in italiano;
la loro strana parlata moltiplicava l'effetto comico. Nel 1932 fu inventato
il doppiaggio e le Major hollywoodiane presero a doppiare i loro film
prima di esportarli, servendosi di attori Italo-Americani; il risultato
rimaneva comunque inaccettabile: troppo marcata l'inflessione straniera
e non sufficientemente italianizzato l'adattamento.
Qualche mese dopo si organizzarono per doppiare i film nella nazione in
cui la versione doveva essere distribuita, anche perché in Italia
e in Germania vennero introdotte leggi che lo imposero. Questi studi di
doppiaggio pervennero ben presto ad uno stadio di maturità professionale
con l'utilizzo di validi attori fino ad allora dediti specialmente al
teatro ma che trovarono piena realizzazione nel doppiaggio; cominciò
così il cosiddetto "periodo d'oro" del doppiaggio italiano,
il quale ebbe termine con l'imposizione del governo fascista di una tassa
sul doppiaggio che suggerì alle Case americane di sospendere le importazioni
a partire dal 31 dicembre 1938. Tra i doppiatori della prima generazione,
quelli degli anni '30, vi sono Rosetta Calavetta (prima voce di Biancaneve
nel 1938, è nota anche presso le nuove generazioni come voce della
signorina Rottenmeier nella serie animata di Heidi), Lidia Simoneschi
(Gloria Swanson, Mary Pickford negli anni '30, Vivian Leigh e tutte le
principali attrici anche negli anni '50, Lady Cocca nel Robin Hood disneyano
nel 1970), Tina Lattanzi, Andreina Pagnani, Rina Morelli, Sandro Ruffini,
Giulio Panicali, Romolo Costa (Clark Gable, Gary Cooper e tutti i maggiori
attori degli anni '30), Emilio Cigoli, Augusto Marcacci, Olinto Cristina,
Lauro Gazzolo. Già attiva in quegli anni era anche Wanda Tettoni
che 60 anni più tardi ha partecipato al doppiaggio del Titanic vincitore
di 11 Oscar. Anche Gianfranco Bellini, il computer Hal 2000 in "2001:
Odissea nello Spazio", esordiente come doppiatore nel 1936, ha conosciuto
una lunghissima carriera da cui si è ritirato solo nel 1998 dopo
aver doppiato un numero irraggiungibile di film, telefilm (Furia, George
e Mildred, Saranno Famosi) e cartoni animati (Boss ne Il Grande Mazinga,
il maggiordomo Bastiano in Heidi, il libraio ne La bella e la Bestia).
I film (anche quelli di cui esisteva la versione recitata in italiano)
e alcune comiche di Stanlio e Ollio vengono doppiati da Carlo Cassola
e Paolo Canali.
L'8 settembre 1943 caddero le barriere nei confronti dei film americani
ma, in attesa che gli studi di doppiaggio in Italia si ricostituissero,
i doppiati (così venivano chiamati i doppiaggi effettuati) vennero
nuovamente prodotti negli Stati Uniti per alcuni mesi.
La seconda generazione dei doppiatori fu quella attiva nella seconda metà
degli anni '40 e nel successivo decennio. Il ruolo di doppiatore principe
passò da Romolo Costa a Emilio Cigoli (Clark Gable, John Wayne, Charlton
Heston e vari protagonisti maschili) che lo divise con Giulio Panicali
(alcune Major lo preferivano a Cigoli, suo parente, per doppiare gli stessi
attori) e Gualtiero De Angelis (Cary Grant); Lidia Simoneschi raccolse
a sua volta l'eredità di Tina Lattanzi, regina del "doppiaggio
storico" e Rosetta Calavetta, che come detto esercitò fino alla
fine degli anni '70.
Tra i giovani di questi anni sono Vittoria Febbi (Alice nel film Disney),
Ferruccio Amendola (sarà Sylvester Stallone, Dustin Offmann, Robert
De Niro), Glauco Onorato (Messala in Ben Hur, Bud Spencer negli anni '70
e '80), Pino Locchi (Sean Connery, Roger Moore, Robert Wagner, Sandokan)
e Maria Pia Di Meo (Meryl Streep ne La mia Africa, Barbra Straisand).
Essi si vanno ad affiancare ai più navigati Carlo Romano (Jerry Lewis,
Fernandel-Don Camillo, Bob Hope, Alfred Hitchcock, il Grillo Parlante
in Pinocchio, Nick Carter in Supergulp), Luigi Pavese (voce di Dio ne
I dieci comandamenti, colonnello Hati ne il libro della Giungla, Taca
Banda nei Caroselli) e Giuseppe Rinaldi (futuro erede di Cigoli). Mauro
Zambuto e Alberto Sordi doppiano i nuovi film di Stanlio e Ollio (con
Cesare Polacco a dare la voce ai cattivi come Il Tigre) e ridoppiano quelli
vecchi.
In effetti quasi tutti i doppiaggi degli anni '30 furono rieffettuati
dopo la guerra e, considerato il fatto che vennero importati tutti insieme
anche i film prodotti nel periodo bellico e ancora inediti in Italia (tra
cui Via col Vento, Pinocchio, Bambi) e che i doppiatori non erano più
di un centinaio, il lavoro da svolgere era molto. Un lavoro allora molto
elitario, ben remunerato e che le Major volevano avvenisse in maniera
non affrettata a tutto vantaggio della qualità. Ma ai doppiatori
venivano negati gli accrediti nei titoli per impedire che la voce dei
divi americani fosse facilmente riconducibile ai volti dei doppiatori
che spesso recitavano nei film italiani, seppure in ruoli secondari. La
cultura del doppiaggio, diffusasi in Italia per ragioni politiche ma anche
sociali, era già così radicata che anche i film italiani venivano
doppiati; se il protagonista aveva una voce non attagliata al fisico a
giudizio del direttore del doppiaggio, esso poteva venire doppiato, ad
esempio, da Emilio Cigoli e se Cigoli faceva anch'egli parte del cast
veniva doppiato a sua volta. Una consuetudine impensabile in altri paesi
e che il sindacato degli attori impedirà anche in Italia a partire
dagli anni '60 con grande disagio per quei registi (vedi i Neorealisti
e Fellini) che ai loro attori, spesso persone della strada, facevano pronunciare
dei numeri o delle frasi casuali per poi occuparsi della parte sonora
solo in fase di doppiaggio.
Gli anni '60 sono quelli della terza generazione: Corrado Gaipa (Spencer
Tracy in Indovina chi viene a Cena, Baghera ne Il libro della Giungla)
e Anna Miserocchi (Katharine Hepburn, Mildred nel telefilm, nonna di Clara
in Heidi) affiancano i vari Rinaldi e Locchi, ora ai massimi livelli.
In queto periodo la Rai fa doppiare tutte le comiche sonore di Oliver
Hardy e Stan Laurel da Carlo Croccolo e Franco Latini (voce di tutti i
Lonely Toones e di Paperino negli anni '70 e '80, Gonzo e altri Muppet,
Leo e Rune in Kimba il leone bianco).
La quarta generazione, attiva negli anni '70, è costituita da Pino
Colizzi (protagonisti maschili dei principali film da Robin Hood di Disney
a King Kong, da Incontri Ravvicinati del terzo tipo a Superman), Natale
Ciravolo (il capitano Kirk di Star Trek), Claudio Sorrentino, (Richard
Cunningham in Happy Days, Coji in Mazinga Z), Antonio Guidi (il principe
Giovanni in Robin Hood), Giampiero Albertini (il tenente Colombo) e da
circa 200 altri attori cui se ne sono aggiunti molti altri alla fine del
decennio in seguito all'avvento delle emittenti private che ha moltiplicato
le esigenze di produzione, importazione e adattamento di film, telefilm
e cartoni animati.
Il vortiginoso aumento del numero degli studi di doppiaggio e le innumerevoli
innovazioni tecniche hanno portato, a partire dagli anni '80, ad una sostanziale
evoluzione del mestiere di attore-doppiatore; a quelli più professionali
se ne sono aggiunti di improvvisati, disposti a farsi pagare di meno dai
committenti che sempre più spesso non sono i produttori dell'opera
da doppiare ma, almeno nel campo televisivo, le emittenti che acquistano
il prodotto e hanno necessità di trasmetterlo entro breve tempo anche
se a scapito della qualità. Problemi che i doppiatori "seri"
avvertono; non altrettanto fanno gli utenti e conseguentemente nemmeno
i media attraverso i propri critici cinematografici e televisivi. Tutto
ciò non impedisce che la qualità media del doppiaggio italiano
rimanga ai vertici mondiali grazie ai nostri valenti doppiatori che alla
ristrettezza dei tempi di lavoro e ai problemi legati, ad esempio, all'impossibilità
di ottenere dei feedback da parte degli autori originari dell'opera, sopperiscono
con la loro grande professionalità.
Per
chi volesse approfondire l'argomento, ho un paio di suggerimenti:
- se abitate a Milano, partecipate ai seguitissimi corsi di storia del
Cinema della First National in Via Mosè Bianchi 24, Tel.02/48.01.15.71,
tenuti da Franco Longobardi che è uno dei massimi conoscitori dei
doppiatori storici. Ve li posso consigliare perchè li ho frequentati
personalmente con grande soddisfazione.
- informazioni molto interessanti sono presenti nell'archivio del sito
dell'Aidac, associazione degli adattatori e dialoghisti italiani.
-in tema di cinema di ieri e di oggi, visionate la comica "Ossessione
Ossessiva" prodotta dalla First National.
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