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cura di Alessio Sperati
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In una caratteristica 'maison' della campagna francese, una famiglia si ritrova per le vacanze, ma un tragico evento rende il loro soggiorno piuttosto movimentato: il capofamiglia Marcel è stato assassinato! I reciproci sospetti tra le otto donne più vicine all'uomo, unitamente ai vecchi rancori covati nel silenzio, rendono la convivenza piuttosto difficile. 8
donne, 8 realtà sociali e 8 caratteri da svelare lentamente e totalmente;
i titoli di testa scorrono su una sequela di fiori ognuno dei quali è
accomunato ad un'attrice (nel caso di Emmanuelle Beart il fiore è
stato dipinto artificialmente per fornirgli due colori distinti). Come
tributo alla bellezza, sia scenografica (lo splendido arredamento stile
anni '50) che umana (le affascinanti protagoniste), questo film prende
le distanze dai precedenti "Sitcom" e "Gocce d'acqua su
pietre roventi" del regista Ozon, per aprirsi ad un semplice 'divertissement'
intelligente attuato grazie ad un impensabile cast di miti del cinema
francese. Gli stacchi musicali di Krishna Lèvy (uno per personaggio)
concorrono a far risaltare personalità e ruolo di ogni singola
attrice donando ad ognuna di loro spontaneità e coerenza con loro
stesse. L'adattamento del testo teatrale di Robert Thomas è stato
eseguito con una certa coerenza scenica (unità di spazio e tanto
di saluto finale), ma il regista sembra rifarsi più ad una tradizione
americana che francese, ricordando più un Vincent Minnelli e un
Douglas Sirk. Un film raffinato, di gusto, vincitore di un premio speciale
all'interpretazione corale delle protagoniste al Festival di Berlino 2002
e che si pone come un appuntamento obbligato per tutti gli amanti del
cinema francese non impegnato.
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