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cura di Alessio Sperati
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Sam e Jules hanno sempre portato avanti insieme la loro passione per la danza anche se i loro caratteri appaiono molto diversi. Sam ha una madre giovanissima ed una visione della vita piuttosto cupa; Jules è di buona famiglia e presto avrà un provino per la scuola di danza più prestigiosa di New York. Ciò che queste due ragazze non immaginano è che il destino riserverà loro una durissima prova, una prova che insegnerà loro che esiste un tempo per amare, un tempo per vivere e un tempo per ballare. Buono
il soggetto ma difettosa si rivela la resa cinematografica. Per Peter
Gilbert (noto per i documentari, ma esordiente per i lungometraggi) non
deve essere stato semplice applicare questo connubio danza/morte ad una
vicenda tutto sommato paragonabile a molti esempi del passato (prendete
un "Save The Last Dance" e metteteci una vicenda umana molto
più drammatica). In alcuni tratti ci si rammarica che alcune scene
non siano state ampliate: il montaggio a ping-pong tra Jules che lotta
con la chemioterapia ed il suo gruppo che si allena in palestra; la contrapposizione
di corpi mossi al ritmo cadenzato di un hip-hop con l'immagine di un corpo
costretto, immobile, che ascolta il ritmo incessante e sovrastante di
una goccia che scende da una flebo; questa situazione andava resa molto,
molto meglio. Sale: Ancona: Mr.Oz
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