VetrinaCinema |
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cura di Alessio Sperati
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Il progetto di un'ambientazione futuristica per il capolavoro di Robert L.Stevenson ha tormentato la mente creativa di Ron Clements per molti anni, da quando propose l'idea in questione insieme ad un altro progetto altrettanto interessante: la storia di una certa sirenetta. Tecnicamente il film alterna, come ormai è d'uso, la tecnica digitale e il disegno a mano, per un risultato di rara bellezza. Le difficoltà concettuali del trapiantare la vicenda nello spazio, vengono superate con astuzia: le vele di un galeone divengono solari, e le leggi fisiche vigenti nello spazio vengono superate come se non ci fossero. Alcune immagini veramente ricercate rapiscono la nostra attenzione, come la zoomata su una luna illuminata per una piccola fetta, che si scopre essere invece un gigantesco spazio-porto, oppure la lotta per fuggire ad un buco nero che periodicamente rilascia energia e calore sotto forma di gigantesche onde sulle quali la gigantesca nave può navigare e fuggire. Anche ne Il pianeta del tesoro, il pezzo musicale fondamentale del film è stato ricantato da un artista italiano, Max Pezzali per la precisione; un brano che si inserisce in un momento cruciale del film, quello cioè in cui il giovane protagonista riflette sulla mancanza di una figura paterna e sulla possibilità (non remota) di ritrovarla in Long John Silver.
Nei cinema dal 20 Dicembre
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