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cura di Alessio Sperati
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Nel lontano 1937 Douglas Sirk presentava il suo Prigioniera del destino, inaugurando un filone crudelmente inquisitore della realtà femminile invisibile e repressa del tempo, un modo unico di cambiare le prospettive, di eccedere negli eccessi, di mostrare nuovi punti di vista, attraverso il melò. Oggi, Todd Haynes (Safe, Velvet Goldmine) compie un tuffo indietro nel tempo per una rievocazione mirata e studiata non di un film, non di una singola storia o vicenda, ma di tutto un genere, di uno stile filmografico, di un modo rivoluzionario di scrutare la società falsata ed ipocritamente buonista degli anni '50.Cathy Witaker (Julianne Moore) viene a scoprire alcune realtà della sua famiglia precendentemente represse e nascoste, inizialmente le affronta con proverbiale e ferma sottomissione, ma, quando viene intenzionalmente 'liberata' dalle circostanze, scopre i suoi più intimi desideri e si propone di seguirli, anche se ormai il tempo dell'amore è fuggito anche per lei. Lontano dal Paradiso è un film che parla degli anni '50 con una maturità ed una presa di coscienza impossibili per un Sirk o per un John Stahl: omosessualità e razzismo sviscerati e discussi come solo ora è possibile fare, in un ambiente che rende tali tematiche vive e necessarie. Una delle bellezze del film è l'osservare come Edward Lachman si diverta a giocare con i colori, autunnali ed intensi, come a voler esprimere l'intensa espressione di falsificazione dei sentimenti, di prigionia virtuale che la protagonista si trova a vivere, una splendida Julianne Moore in una delle sue migliori interpretazioni.
Nei cinema dal 20 Dicembre
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