VetrinaCinema
a cura di Alessio Sperati
  


SPIDER
Regia: David Cronenberg
Fotografia: Peter Suschitzky
Cast: Ralph Fiennes, Miranda Richardson, Gabriel Byrne
Genere: thriller
Distribuzione: Fandango
Giudizio:
* * * *

Dal romanzo omonimo di Patrick McGrath, pubblicato nel 1988, David Cronenberg trae un'opera scura, misteriosa come la mente umana ed intricata come la ragnatela di un aracnide. Un uomo, Dennis Clegg (R.Fiennes), esce da un manicomio e ripercorre luoghi e ricordi della sua infanzia in una Londra povera e desolata: ricordi di frustrazione e di morte, quella della madre, avvenuta molti anni prima. Ma se lentamente quest'uomo venisse a scoprire che gli eventi che rimbombano nella sua mente come spari nella notte, fossero stati deviati dal suo stesso apparato immaginativo?


"Un uso metaforico della tela come qualcosa che ti può intrappolare ma che può essere anche bellissima…" afferma il regista che riscopre nella mente deviata di un bambino la teoria freudiana sull'ambivalenza di fronte alla sessualità dei genitori, e della sua incapacità di distinguere l'atto sessuale da quello violento. Cronenberg ancora una volta vuole trasportarci nella sua dimensione mutante e mutata dalla psicanalitica (a volte schizofrenica) introspezione dei protagonisti; la tematica dell'uomo che si fa insetto (La mosca - 1986) o della realtà intera dominata da insetti (Il pasto nudo - 1991) ha da sempre interessato questo regista/attore canadese, ma in Spider la mutazione non avviene in corso d'opera, ma è già avvenuta al momento della nascita di Dennis. Il non-uomo o uomo deviato dalla sua natura, si circonda della 'sua' realtà come un muro divisorio con la società, come le ragnatele che tesse nelle sue stanze, e lentamente ricostruisce la sua vita mettendo i frammenti di realtà al loro posto, ma quando il puzzle è finito, è troppo tardi per tornare indietro. Pulsioni e contaminazioni cinematografiche provengono da Cronenberg stesso per la maggior parte, ma ci sentiamo in piena atmosfera hitchcockiana nell'unico momento in cui la morte prende forma, quello dell'omicidio della madre.

Il modo di inserire i flashback come parte integrante non solo della storia ma della scena stessa, sovrapponendo l'adulto e il bambino nello stesso spazio visivo come eventi coesistenti (in effetti Dennis Clegg è l'uno e l'altro), è uno stratagemma narrativo molto interessante. Dopo Minority Report, un'altra opera cinematografica rinnova il dilemma empiristico se la realtà sia o no nell'occhio di chi la osserva, e Cronenberg si dimostra perfettamente all'altezza di dire la sua.

Una menzione particolare va a Ralph Fiennes: la sua interpretazione è da Oscar.
Spider vi avvolgerà e vi intrappolerà, facendovi perdere il senso della realtà e trasportandovi in una dimensione immaginativa oltre ogni senso, la dimensione mutante di David Cronenberg, uno dei maggiori autori dell'ultimo ventennio.

 

Nei cinema dal 29 Novembre.

 


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