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cura di Alessio Sperati
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Un peschereccio italiano si imbatte in un uomo in fin di vita, privo di memoria e con due pallottole conficcate nella schiena. Privo di un nome e di un passato, lo sconosciuto dimostra però straordinarie capacità con le lingue, nei combattimenti e nell'autodifesa. Disorientato e diffidente, egli tenta in tutti i modi di scoprire la propria identità e il motivo per cui la sua vita ha preso una piega tanto pericolosa.
Ottimo
il tentativo di trapiantare lo stereotipo del super-agente in un individuo
che a tutti gli effetti non lo sembra; in prima analisi questo pare proprio
il film degli 'intrusi': Matt Damon è troppo bello e fanciullesco
per incarnare la perfetta macchina da combattimento e Franka Potente è
fisicamente troppo particolare e professionalmente troppo brava per rappresentare
la classica bambolona alla Bond. Quest'ultima, conosciuta per il ruolo
in "Lola corre", si sta prendendo con la forza la sua fetta
di popolarità ad Hollywood e vista la necessità del soggetto
"in fuga", molto simile alle situazioni di "Lola corre",
è sembrata, a ragione, la più adatta al ruolo. Le ambientazioni
sono molto suggestive, si va dalle banchine della Senna con l'Arco di
Trionfo sullo sfondo a Place des Pyramides con gli splendidi giardini
delle Tuileries, fino alla ormai nota come "Hollywood d'Europa",
la bella Praga, che ha fatto le veci di Zurigo per tutto il film, anche
grazie all'ottimo lavoro del supervisore agli effetti speciali Philippe
Hubin e del supervisore agli effetti visivi Peter Donen.
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