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a cura di Alessio Sperati
   


Gangs of New York

La mastodontica architettura di Dante Ferretti per una rievocazione nostalgica e fantasiosa di una New York nata a colpi di spranga. Imponente.

 

Una New York chiamata in rappresentanza di un'America che nasce e cresce a colpi di scure e mazza ferrata è il quadro evocativo di un ispirato Martin Scorsese che corona un sogno nato trent'anni fa, da quando è venuto a contatto con le cronache di Herbert Ausbury (1927 - Garzanti), sogno che gli è già valso un "Golden Globe", antipasto di qualche Oscar. La città ricostruita da Dante Ferretti nei quindici acri del "back lot" di Cinecittà, è la Lower Manhattan del 1860, un insieme di bassifondi dissestati dalla Guerra Civile. Nel quartiere più povero, i Five Points, una zona che va dal porto di New York al nascente quartiere di Wall Street, passando per la parte bassa di Broadway, bande rivali si battono per il controllo dei traffici e degli illeciti. Quando la guida spirituale e politica della comunità irlandese dei Dead Rabbits (dal gaelico dod raibeid=un gigante arrabbiato), Padre Vallon, cade sotto i colpi del capo dei "nativi" William Cutting, il figlio viene rinchiuso in riformatorio dal quale sedici anni dopo uscirà assetato di vendetta. Riconosciuto dai suoi ex-compagni di banda, ormai perfettamente inseriti dal sistema di terrore instaurato da Cutting, Amsterdam si pone a comando delle comunità minori di New York assistito dalla bella Jenny, una scaltrissima ladra dei quartieri alti. Come benzina sul fuoco, gli scontri tra gangs si assommano al crescente dissenzo popolare per la leva obbligatoria indetta da Lincoln, sfociato in uno dei più gravi tumulti nella storia degli Stati Uniti, le "Draft Riots" del 1863. Dotato di immagini sature e ricche, ma anche di momenti di sceneggiatura zoppicante, Gangs of New York vuole essere un'archeologico scavo nelle radici di una città che ha bisogno ora più che mai di trovare giustificazioni, di sapere chi e perché è morto perché essa sia potuta esistere. Se gli unici personaggi reali sono un certo Bill Poole, macellaio e pugile morto tuttavia già nel 1855, e Boss Tweed l'immancabile e sempre attuale politico voltafaccia, la necessità di una figura guida nella genesi dell'"Urbe" ha creato Amsterdam Vallon nella sempre infantile ed inadatta prestazione di un Leonardo Di Caprio imbruttito ma sempre uguale professionalmente. Il vero protagonista di quest'imponente realizzazione scenica è il nostro Dante Ferretti, alla sua quinta collaborazione con Scorsese, folle Demiurgo di un'intera città fatta di baracche di legno, passerelle, strutture in vetroresina, il tutto collegato con strade serrate e acciottolate. Per lui l'odore degli Oscar si sente da molto vicino. Qualche pausa nello svolgimento di Gangs of New York fa pensare a cosa sarebbe successo ad assistere alla versione integra (il girato si aggira intorno alle cinque ore). Comunque siamo sicuramente in presenza di un Kolossal e, quel che conta, per gran parte targato Italia: una grande prova di regia vecchia maniera, nella quale Sergio Leone calza a pennello e Scorsese non tarda ad ammettere influenze. Poco importa infine se la bellissima The Hands That Build America accompagnava i titoli di coda delle decine di lavoranti all'interno dell'opera; poco importa se al termine della stessa la voce più famosa d'Irlanda scompariva lasciando il posto e miscelandosi lentamente all'andirivieni urbano della New York di oggi, perché quando questo avveniva, il pubblico era già uscito dalla sala.

 

 

Cast artistico
Leonardo Di Caprio - Amsterdam Vallon
Daniel Day-Lewis - William "il macellaio" Cutting
Cameron Diaz - Jenny Everdeane

Jim Broadbent - Boss Tweed

John C. Reilly - Happy Jack

Henry Thomas - Johnny Sirocco

Liam Neeson - Padre Vallon

Brendan Gleeson - Walter "Monk" McGinn

Gary Lewis - McGloin

 

Dati Tecnici

Titolo originale: Gangs of New York

Regia: Martin Scorsese

Fotografia: Michael Ballhaus

Soggetto: Jay Cocks, liberamente tratto dalla cronaca di Herbert Asbury

Sceneggiatura: Jay Cocks, Steven Zaillian, Kenneth Lonergan

Montaggio: Thelma Schoonmaker

Produzione: Alberto Grimaldi, Harvey Weinstein

Produzione esecutiva: Maurizio Grimaldi, Michael Hausman, Bob Weinstein

Musica: U2, Peter Gabriel, Howard Shore

Scenografia: Dante Ferretti

Costumi: Sandy Powell

Suono: Arnold Finkelstein, Peter Gleaves, Kam Chan, Fred Rosenberg

Produzione: Miramax Films, Cappa Production, P.E.A.Films

Origine: USA / Germania / Italia / Gran Bretagna / Olanda

Distribuzione: 20th Century Fox

Durata: 168'

Formato: 35 mm

Aspect Ratio: 2.35:1

Genere: Drammatico

Uscita nazionale: 24 Gennaio 2003


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