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Regia: Richard Linklater
Cast: Ethan Hawke, Julie Delpy
Genere: Romantico
Distribuzione: Warner Bros.
Giudizio: * * |
Lui è Jessie
(Ethan Hawke) un ragazzo americano in viaggio per l’Europa. Lei
è Celine (Julie Delpy) una ragazza francese che sta andando a trovare
sua nonna a Budapest. I due s’incontrano in treno e c’è
subito intesa. Decidono di fermarsi a Vienna dove passano una notte indimenticabile.
All’alba si separano con la promessa di rincontrarsi esattamente
su quel binario sei mesi dopo. Niente numeri di telefono né indirizzi…troppo
banale. Con questa promessa che non verrà mantenuta finisce «Prima
dell’alba».
A nove anni di distanza ecco il seguito del teen-movie di culto che ha
fatto sognare migliaia di adolescenti a metà degli anni novanta.
«Prima del Tramonto» racconta in tempo reale l’incontro,
nove anni dopo tra Jessie e Celine a Parigi. Jessie non si toglie quella
notte viennese dalla testa. Ha passato gli ultimi anni nel tentativo di
farsene una ragione e ci ha scritto su un romanzo rosa che è diventato
un bestseller internazionale. Mentre lo scrittore sta presentando a Parigi
il suo libro, si trova di fronte Celine. I due decidono di andare a prendere
un caffè insieme prima che lui riparta per New York, dove ora vive
con la moglie e il figlio. Per le vie di Parigi, Celine e Jessie scoprono
che i loro sentimenti non sono cambiati e che il loro rapporto è
ancora vitale, vero e stimolante anche se non si sono trovati a quel famoso
appuntamento sei mesi dopo.
«Prima dell’alba», nel 1995 è stato accolto
dalla critica come la più anticonformista delle storie d’amore,
raccontata attraverso gli occhi di due sconosciuti che si innamorano e
scoprono insieme una città. Ha ricordato al pubblico le follie
che si fanno da giovani.
«Prima del tramonto» è un altro tipo di fantasia. Più
amara, legata al rimpianto e al "come sarebbe andata se…",
al "come ti comporteresti se ti fosse offerta una seconda chance
con l’amore della tua vita che pensavi di aver perso per sempre".
«E’ una storia d’amore anti-hollywoodiana» dice
il regista Richard Linklater. «In un certo senso è una storia
d’amore per persone realiste. Abbiamo cercato di raccontare qualcosa
che sarebbe potuta succedere più nella vita normale che in un film.
Credo che la gente condivida questa nostra scelta e abbia desiderato come
noi continuare a seguire i due personaggi.»
Anche secondo Hawke, che ha partecipato alla stesura dei dialoghi, l’assunto
del film era far emergere la drammaticità della vita normale. L’attore
racconta che l’idea di questo sequel nasce durante le riprese del
primo film. «Far incontrare di nuovo i personaggi è interessante.
Avremmo avuto uno straordinario documento sull’amore e sulle relazioni
seguendo due attori durante la loro vita. E’ divertente tornare
ad interpretare un personaggio. È un modo per testare te stesso,
vedere come sei cambiato». Hawke fa notare che la vera protagonista
del film è la storia d’amore e dice: «Le nostre vite
non funzionano come una narrazione impeccabile. Questo ci fa pensare che
siano noiose perché, come le nostre relazioni, non hanno un inizio,
una parte centrale e una fine. Niente è mai così chiaro,
è molto più privo di forma. Noi abbiamo voluto cogliere
cosa significa essere vivi, portare! il naturalismo su un nuovo livello»
In altre parole, il film è una costruzione cervellotica e logorroica
che vede il protagonista maschile prigioniero di un’ ossessione
piuttosto masochista sulla tipa che ha incontrato in treno dieci anni
prima, che si è scopato (ma questo lei l’ha dimenticato)
e per cui lui è andato a Vienna, sei mesi dopo e ci è rimasto
(solo come un cane) una settima nel disperato tentativo di incontrarla.
Ora lui è diventato famoso e ha scritto un libro adulandola per
quattrocento pagine. Lei gli ha fatto la grazia di farsi vedere alla presentazione
ma è talmente acida che sembra abbia studiato dalla Barbara Streisand
di «Come eravamo». Non gli da neanche la soddisfazione di
dirgli che si ricorda di quando ha fatto sesso con lui che nel film era
un Dio. Come se non bastasse, lei gli vomita addosso tutti i suoi problemi
e le sue isterie…e quello che è peggio le sue canzoni in
stile Carla Bruni dei poveri dopo l’incidente…l!ui continua
a pendere dalle sue labbra succube del suo unico neurone impazzito. Hawke
ha davvero ragione…è realismo….solo nella realtà,
alla fine la strega si prende il principe azzurro.
Laura Nuti
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