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Il Vangelo Secondo Gibson |
Una perla rara nel mare
del cinema consumistico, questa è la definizione che calza
a pennello per la pellicola “LA PASSIONE DI CRISTO” |
di Marzia
Serra
Realizzato da
Mel Gibson con venticinque milioni di dollari (i suoi), il film ripercorre
la travagliata vicenda della passione del Messia.
Dodici anni di ricerche, studi, sofferenze e meditazioni ci sono
volute per portare a termine questa valida opera d'arte, la quale risente
indubbiamente del tipo di fede che infiamma il regista.
Gibson, infatti, fa parte di un movimento cattolico conservatore che rifiuta
il Concilio Vaticano II, ciò significa che in tutte le celebrazioni
è utilizzata la lingua latina. Non dovrebbe quindi meravigliare
nessuno la scelta di Mel di utilizzare nel linguaggio filmico il latino
insieme all'aramaico. Il film pone essenzialmente un interrogativo: perché
è stato ucciso Cristo? Il Popolo Eletto aspettava la venuta di
un Messia, come promesso dal Dio d'Israele, però in veste d’uomo
liberatore dagli occupanti romani.
Jahve si rivela invece subito figlio di Dio, uomo pienamente spirituale
che sconvolge i canoni comuni attraverso una sapienza divina annunciando
parole d’amore, perdono, carità. Gesù è chiaro
da subito: “Non sono di questo mondo tuttavia sono venuto a liberare
questo mondo!”.
Questa figura esplosiva sconvolge i Giudei che premono su Ponzio Pilato,
e riescono ad ottenere la crocifissione del Cristo.
Riuscita la figura di Maria (interpretata da Monica Bellucci) composta
e dignitosa nella sopportazione di un estremo dolore e lontana dall’iconografia
tradizionale.
Attraverso flash-back che si differenziano dal resto della pellicola per
tonalità più chiare o scure, Jahve ripercorre momenti essenziali
della sua esistenza umana; particolarmente emozionante la sequenza alla
presenza di Maria, che conferma l?importanza di questa donna per il figlio
di DIO.
Ritorna
spesso lo sguardo di Gesù in soggettiva (termine tecnico questo,
per indicare che la cinepresa guarda con gli occhi del personaggio) intenso
è severo con chi lo tradisce e lo condanna, Giuda e Simon Pietro.
Le scene della flagellazione, in particolare le sequenze delle frustate
(settanta in più rispetto alla tradizione) davanti ad un pubblico
delirante, sono a volte troppo forti e sensazionali. Cristo ha versato
il sangue per il mondo: questo il significato dei primi piani sul pavimento
inondato di plasma.
Ben recitata da Rosalinda Celentano la parte di Satana, la figlia d'arte
in costumi neri appare magnetica e affascinante, con una sensualità
ambigua e non poteva essere altrimenti perché il male non si presenta
mai in vesti disgustose o spiacevoli o incute paura. Tuttavia il male
non vince, è evidente nella sequenza in cui Demonio fa uscire dalla
sua veste un serpente e Gesù lo schiaccia con una pedata.
Il finale appare abbastanza interrogativo: dal Cristo in croce oramai
morto scende una goccia che tocca la terra, la quale si apre e si sente
una risata stridula. Forse chi sogghigna è Satana che crede di
aver vinto, ma questa può essere una delle tante interpretazioni.
Gibson per il lungometraggio in questione, è stato accusato d’antisemitismo,
ma il film maker ha respinto ogni accusa e nel film compie un atto simbolico:
appartiene a lui la mano che inchioda Gesù alla croce, per ribadire
che l?intera umanità è responsabile della morte del redentore.
Questa pellicola rappresenta una goccia di speranza in un mondo dove domina
egoismo e volgarità, a volte rivela degli eccessi, ma restituisce
a ogni spettatore il senso di quell’amore che solo nella verità
di Cristo si può trovare.
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