VetrinaCinema |
a cura di Marzia Serra , Laura Nuti e Stefano Stanzione |
Guardando la locandina di questo film, uno spettatore smaliziato non può fare a meno di pensare che si tratta del classico polpettone pieno di pretese del quale a fine proiezione si esce dicendo: “la fotografia era stupenda!”(non potendone apprezzare altri aspetti ma sentendosi in dovere di trovarne visto che si tratta pur sempre di un film di Oliver Stone). Purtroppo non è questo il caso. Neanche la fotografia riesce a far uscire questa pellicola, dalla sua mediocrità. Il botteghino ha parlato chiaro negli States, dove il film è stato un fiasco. Ma Stone è convinto che la causa di questo insuccesso sia solo politica e si è difeso dicendo che certe cose in Europa vengono meglio apprezzate e che gli spettatori americani vi hanno visto cose che non c’erano (e cioè i discorsi di Bush a sinistra e “Alessandro il gay” da destra). Sarà… Il film inizia con un prologo parlato di circa un quarto d’ora
durante il quale Tolomeo (Anthony Hopkins) si aggira in una Biblioteca
d’Alessandria simile al set di un porno gay di serie zeta e continua
a scorrere lentissimamente per tre ore mostrandoci Tocco impietoso della produzione: tingere di biondo i capelli di Colin Farrell. Il pubblico femminile ne è stato profondamente amareggiato. Alessandro era biondo, ok, ma se ci tenevano tanto alla veridicità storica perché ha entrambi gli occhi marroni? Qualunque studente di liceo che abbia mai fatto una versione sa che non era così, non gli potevate quindi lasciare i capelli scuri? Politica e ormoni
a parte, a Stone sicuramente non interessava tanto l’immagine di
Alessandro genio militare e neanche il fatto che a 25 anni avesse conquistato
già il novanta percento del mondo conosciuto ha grande importanza.
Alexander è un aspirante blockbuster con pretese "intellettual-intimistiche" che fallisce miseramente il suo intento grazie a volti inespressivi, un ritmo inesistente, milioni di parole inutili, scene ripetitive e interminabili battaglie (che tuttavia insieme alla Jolie e agli altri "bonazzi" del cast rimangono gli unici aspetti positivi della pellicola). Laura Nuti
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