VetrinaCinema
a cura di Marzia Serra , Laura Nuti e Stefano Stanzione
   

 

The Final Cut

Regia: Omar Naim
Cast: Robin Williams, Mira Sorvino, Jim Caviezel
Genere: Thriller
Distribuzione: Eagle
Giudizio: *

Dal 13 Maggio al cinema

Final CutIn un futuro non troppo lontano, l’ultima moda è installarsi un chip Zoe nel cervello. Questo chip, proprio come se si trattasse di una telecamera interna, “riprende” la vita dell’individuo fotografandone la memoria. Giunto al termine del suo compito, il chip viene “esportato” in un supporto informatico e affidato ad un montatore. Ne verrà fuori un filmato di circa due ore che racconta la vita del defunto. Prémiere del film: la cerimonia di Rememory: funerale moderno, multimediale e molto glam.

Robin Williams (L’attimo fuggente, La leggenda del Re Pescatore, Mrs. Doubtfire) è Alan Hackman, il miglior montatore sulla piazza. Si rivolgono a lui i pezzi grossi, soprattutto quelli che hanno alle spalle una vita di atrocità e vogliono essere ricordati come filantropi e “delizie del genere umano”. Hackman ci riesce e i familiari pagano bene. Freddo e distaccato si definisce un “mangiapeccati”, uno che cancella i peccati degli altri sperando che un giorno qualcuno cancelli i suoi. Un bel giorno, montando il Rememory di un alto funzionario della Zoe Tech, Alan viene assalito dalle ombre del passato. Il suo segreto potrebbe non essere più al sicuro…

The Final Cut rappresenta il debutto alla regia del ventiseienne libanese Omar Nair.
L’idea portante del film è il ricordo: il suo potere, la sua soggettività, la sua sacralità.
Nair racconta che l’idea è nata preparando la tesi, un documentario dal titolo “Grand Theater: A tale of Beirut” e sottolinea “Ho lavorato da solo all’Avid per sei, sette mesi. Esiste un falso mito sull’oggettività che si manifestava sempre di più mentre montavo il film. Mi rendevo conto che a seconda di come assemblavo il materiale, il senso del girato cambiava radicalmente. Non è una grande scoperta. So che molti Filmmaker se ne rendono conto quasi subito”. Come gli spettatori,del resto….

Il film scorre lento, noioso, privo di colpi di scena. Le atmosfere da thriller evocate dal trailer si dissolvono in un lampo, ancor prima che i titoli di testa scompaiano. Complici la sceneggiatura carente dal punto di vista strutturale e una regia da soap-opera.

Nonostante le intenzioni del regista, le uniche domande che lo spettatore si fa uscendo dalla sala sono: a) come mai Robin Williams ha accettato un ruolo del genere?
b) Basta con lo Williams dark, post “One hour photo”! E’ chiaro che come attore comico è un Dio e che interpreta in modo sublime personaggi dalla grande umanità e dai valori forti, perché quindi non sfruttare quelle capacità anziché appiccicargli ruoli dove sfiora la mediocrità? c) Perché non sono andato a vedere qualcos’altro?

Altri grandi nomi del cinema concorrono alla creazione di questo ”wannabe thriller”: la bellissima Mira Sorvino (La Dea dell’Amore, Summer of Sam), l’osannato Jim Caviezel (La Passione di Cristo) e il direttore della fotografia più richiesto sul mercato Tak Fujimoto, che può vantarsi di successi come “Il sesto senso”, “Il silenzio degli innocenti”, “Il gladiatore”.(N.d.A.Perché?! Perche?!Perché?!)

Questo film è l’ennesima dimostrazione di come non sia sufficiente mettere insieme grandi nomi per fare un grande film…e anche che a tutti capita di sbagliare (Questo film non comparirà nel loro Rememory…almeno spero).

Laura Nuti


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