La Guerra dei Mondi

Ray Ferrier è un uomo divorziato. La sua vita scorre calma e monotona fra il suo lavoro al porto e la sua casa disordinata, situata nel New Jersey, dove un giorno alla settimana ospita i suoi due figli con i quali trascorre buona parte del pomeriggio, dimostrando la sua incapacità nell'instaurare un rapporto solido e autentico con gli stessi ragazzi. Ciò non sembra turbarlo particolarmente, anche perché Ray è un uomo che si pone nei confronti della vita con indifferenza ed anche con una buona dose di immaturità. Ma uno dei tanti pomeriggi durante il quale si trova in compagnia dei propri figli, accade qualcosa di terribile; qualcosa che lo obbligherà ad uscire da quell'involucro di apatia che avvolge il suo essere, gettandolo in una battaglia che mai avrebbe pensato di affrontare e che lo indirizza verso un unico fine: salvare la sua vita e quella dei figli.

Erano molti anni ormai che Steven Spielberg non riportava sugli schermi i personaggi da lui tanto amati, che più di vent'anni fa gli avevano spalancato le porte verso il successo, confermandolo

Come uno dei migliori registi americani, impegnato nel genere fantastico: gli alieni.

“La guerra dei mondi”, tratto dal romanzo di H.G.Wells, inchioda lo spettatore alla sedia grazie all'utilizzo di effetti speciali di grande qualità e al ritmo di”bomba ad orologeria”,ottenuto tramite scene di forte pathos, che gettano il pubblico in un vero e proprio stato d'ansia, accentuato oltremodo dalla crudeltà dimostrata dalle piccole creature viscide provenienti da una remota galassia, pronte a distruggere tutto ciò che si para loro davanti con l'ausilio di macchine che emergono dal sottosuolo.

Si è quindi ben lontani dalla tensione presente in ”Incontri ravvicinati del terzo tipo” e dalla dolcezza emanata dall'omino verde con il collo cilindrico di nome” E.T .”Gli alieni de”La guerra dei mondi”, al contrario, sono contraddistinti da quella spietatezza propria di un'altra creatura che Spielberg portò alla luce nel 1975: ”Lo squalo”. Ma, ahimé, siamo alle solite: se l'aspetto visivo risulta ben curato, l'aspetto narrativo non soddisfa granchè.Nonostante Steven Spielberg si avvalga della collaborazione dello sceneggiatore David Koepp, i personaggi risultano evanescenti e troppo legati alla linea del plot. Una scelta comprensibile,certo. Poiché trattasi di un film in cui il filo conduttore è rappresentato dalla terra invasa dagli alieni e già dalle immagini proposte dal trailer(brevi ma esaurienti)risulta chiaro che i film al quale si assisterà è di stampo”catastrofico”, non ci si può aspettare di sentirsi vicini a personaggi che rimandano a pellicole come”Il Dottor Zivago”.Il fulcro su cui poggia ”La guerra dei mondi” è, ovviamente, la spettacolarità. C'è da dire però che il tema presente al di sotto della storia è la famiglia. Per questo una scelta affatto malvagia, sarebbe stata quella di fornire più sfumature al personaggio di Tom Cruise e all'ambiente in cui vive, esulando così dal finale superficialotto che chiude il lungometraggio.

Nonostante tutto, uscendo dal cinema, non si può far a meno di constatare che Spielberg è sempre Spielberg.

Pur non essendo una delle sue migliori pellicole, ”la guerra dei mondi”porta con sé il marchio del simpatico e creativo regista dal viso contraddistinto dall'inconfondibile trittico barba, occhiali e cappello da giocatore di baseball, in grado di intenerire lo spettatore con lavori come lo stesso “E.T.”; di commuovere con “Il colore viola” o ”Schindler's List ”o ancora di affascinare e contemporaneamente terrorizzare con l'indimenticabile ”Jurassic Park ”.

Ciò lo rende uno tra i più eclettici cineasti, che ama ridurre i fotogrammi in vere e proprie”spugne”in grado di assorbire quantità spropositate di adrenalina. Chi non aveva il cuore a mille durante la sequenza nello scantinato dove fa la sua comparsa l'attore Tim Robbins? Bugiardo chi esclama: ”Io”!

Stefano Stanzione

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