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Regia: Saverio
Costanzo
Cast: Mohammad Bakri, Lior Miller, Tomer Russo, Hend Ayoub
Genere: Drammatico
Distribuzione: Istituto Luce
Giudizio: * * * * *
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Il film dell’esordiente
Saverio Costanzo è la metafora di un conflitto che dura da cinquant’anni
La casa di una famiglia palestinese che si trova a metà strada
tra gli insediamenti ebraici e quelli palestinesi, viene occupata dall’esercito
israeliano.
Quest’ultimo chiede al Sig. Mohammad, capo famiglia e preside di
una scuola superiore di lasciare la dimora, ma l’uomo si rifiuta
perché afferma chiaramente: “To be or not to be” vale
a dire bisogna essere arabi fino alle estreme conseguenze e vivere per
i propri principi! Così l’abitazione dei signori B. viene
divisa in tre zone: a) la stanza prigione dove risiedono il professore,
consorte e figli; la camera b) punto neutro e c) piano superiore dove
alloggiano i militari giudei.
Il lungometraggio, si basa sulla convivenza forzata tra questi due nuclei
che rappresentano modi diversi di vedere il mondo.
Significativo lo scontro tra Mohammad e l’energica figlia Marian
che lo accusa di essere codardo perché non reagisce alla violenza
con altra violenza, ma il padre insegna dicendo “ I codardi Marian
sono quelli che rispondono al fuoco, i codardi sono quelli che hanno paura
di interrompere la catena di violenza. I codardi Mariam sono quelli che
amano l’odore del sangue”.
Il preside è un uomo tutto di un pezzo, un sognatore, un pacifista
attivo, un tipo che si ostina a vedere negli altri la possibilità
di amare e di non odiare.
La storia è raccontata attraverso un’evidente impronta documentaristica,
ciò è manifesto in tutte le sequenze: i personaggi vengono
sempre seguiti dalla telecamera, con discrezione senza essere invasi (lo
stesso regista afferma che agli attori è stato fornito un canovaccio
del racconto, ma tutto il resto è nato dalle reazioni spontanee
tra gli interpreti arabi e israeliani)
La predominanza di colori scuri all’interno della pellicola, nasce,quindi
dall’esigenza di aumentarne il carattere realistico.
Di notevole intensità le sequenze in cui la figlia maggiore, si
nasconde nell’armadio per vedere che cosa succede nella zona della
casa dove vivono gli occupanti ebrei.
Attraverso gli occhi della ragazza, in soggettiva si scorge la normalità
dei giovani (Eial suona il flauto e gli altri guardano la partita di calcio)
ma nello stesso tempo è evidente che non sono consapevoli sul perché
si trovano in quel posto!
Pochissimi i controcampi, diversi i piani sequenza utilizzati soprattutto
per rafforzare l’identificazione degli attori!
La musica degli Alter Ego contribuisce in alcuni tratti del film ad aumentare
la suspense, il brano di Roger Water Perfect Sense si sposa bene con il
finale, il bassista dei Pink Floyd dice “ i tedeschi uccidono gli
ebrei, gli ebrei uccidono gli arabi, gli arabi uccidono gli ostaggi”.
L’interprete del padre di famiglia, l’attore palestinese Mohammad
Bakri, afferma con decisione “ Il film lancia un messaggio di pace,
impone l’intelligenza contro la forza, la resistenza pacifica come
affermazione, siamo stanchi di assistere a tanto spargimento di sangue.
Forse ora con l’elezione ad Abu Mazen potrebbe riaprirsi uno spiraglio
nel dialogo tra i due schieramenti”
La pellicola di Costanzo dimostra che non occorrono budget da capogiro
per creare prodotti dignitosi, anzi consideriamo questo uno dei pochi
film in circolazione che tocca nell’intimo e spinge alla riflessione.
Un bel dieci e lode al giovane regista, che alza notevolmente il livello
qualitativo del cinema, avvezzo oramai a produzioni di largo consumo che
lasciano il sapore amaro in bocca.
Marzia Serra
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