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a cura di Alessio Sperati
  


Diane Lane sotto i riflettori di Cinecittà
Dal ruolo di moglie infedele a quello di scrittrice alla scoperta delle bellezze nostrane, Diane Lane si è ormai gettata alle spalle il suo fallito matrimonio con Christopher Lambert e si ripropone nel ruolo di conquistatrice di uomini di tutte le generazioni e nazionalità.

di Alessio Sperati

Mentre nelle nostre sale esce Unfaithful, film nel quale la bella Diane si permette il lusso di tradire Richard Gere, l'attrice newyorkese si aggira tra i teatri di posa di Cinecittà per girare Sotto il sole della Toscana, film tratto dall'omonimo libro di Frances Mayes e diretto da Audrey Wells. Qui la Lane veste i panni di Mayes stessa, la quale descrive autobiograficamente il suo viaggio in Italia alla ricerca di una vita migliore. La storia narra la sua decisione di acquistare una villa nella campagna toscana, raggiungendo una rinnovata tranquillità ed una passione amorosa per un ragazzo più giovane di lei, il nostro Raoul Bova. Il film è prodotto dalla Touchstone Pictures e sarà distribuito in Italia dalla Buena Vista International.

Lei è stata un talento precoce, debuttando ad appena sei anni sul palcoscenico del "La Mama Experimental Theatre", quanto ha influito la famiglia nella sua carriera artistica?

Essere la figlia di un insegnante di recitazione e di un'attrice ha sicuramente avuto la giusta influenza sulla mia carriera, mi sono presentata ad un provino per attori giovanissimi al "La Mama" nel 1979 e ottenni un ruolo nella versione di Medea di Andrei Serbian, da lì in poi ho partecipato a numerosi spettacoli dello stesso regista tra i quali Elettra, The Trojan Women, The Good Women of Szechuan e As You Like It. Dopo ho lavorato in alcune produzioni di Joseph Papp in scena al Lincoln Center nella stagione 1976-77, fino al debutto sul grande schermo al fianco di Sir Laurence Olivier in Una piccola storia d'amore.

 

Come è avvenuto il passaggio dal teatro al cinema?

Mentre facevo teatro non mi proiettavo al futuro pensando al cinema, non ci pensavo proprio; poi mi è arrivata l'offerta del film di George Roy Hill e non ho potuto rifiutare. Però posso dire che non c'è stata una frattura tra le due esperienze, è stata piuttosto una conseguenza naturale. Comunque il mio background teatrale si è rivelato fondamentale per il rapporto diretto con il pubblico e per la qualità formativa che ho acquisito, secondo me qualunque attore dovrebbe confrontarsi direttamente con il pubblico, secondo me è un'esperienza formativa indispensabile.

 

Bellezza e crudeltà: due qualità facilmente accomunabili nel mondo del cinema. Pensa che ci sia qualche dipendenza tra il fascino e la pericolosità di un personaggio?

Non ritengo che la bellezza porti necessariamente all'identificazione con una "dark lady", comunque non ci ho mai pensato. È affascinante il concetto che una donna bella venga automaticamente considerata pericolosa. Comunque non credo che la bellezza possa essere una limitazione per un certo tipo di ruoli. In Sotto il sole della Toscana, il mio personaggio è molto distante dall'essere una "dark lady", è piuttosto una donna che lascia il suo paese per gettarsi alle spalle il suo passato, compreso il suo matrimonio fallito, una persona in preda a una profonda depressione che vuole fuggire da una vita di fallimenti.

 

C'è qualcosa di autobiografico in questo?

Sei anni fa mi sono ritrovata anch'io nella necessità di dover ricominciare e quindi ho preso la decisione di trasferirmi in una nuova casa, così per cambiare aria. Credo fermamente che spesso per poterci risollevare da una situazione disagevole dobbiamo trovare la possibilità di allontanarci da quei posto che hanno provocato quella situazione.

 

A cosa pensa mentre recita? C'è qualche direttiva fondamentale che suo padre le ha tramandato?

Non amo spiegare l'arte della recitazione come se ci fosse qualche segreto da carpire, la mia idea di recitazione è quella di assecondare la visione del regista e mi affascina il fatto di poter agire su ogni scena come un elemento su cui agire singolarmente, anche se poi, quando si arriva alla visione d'insieme guardando il film montato, vorrei sempre rifare tutto dall'inizio, non sono mai soddisfatta del risultato..

 

 

Sia Unfaithful che Sotto il sole della Toscana parlano di due passioni improvvise ed incontrollate per due uomini più giovani di lei. Trova altre connessioni tra i due film? No, personalmente ritengo i due film molto diversi anche se come dice lei parlano entrambi di passioni amorose. Ma mentre in Unfaithful, la mia storia extra-coniugale è qualcosa di sbagliato e riprovevole, in Sotto il sole della Toscana io afferro le mie passioni come un mio diritto di donna che sceglie di ricominciare a vivere, la mia storia con Raoul è un mio pieno diritto.

 

Professionalmente il divario tra Richard Gere e Raoul Bova è notevole visto che il secondo è ancora un astro nascente, ma dal punto di vista umano o prettamente fisico quale potrebbe essere la sua preferenza tra i due?

Ha mai visto il film La scelta di Sophie? Penso che renda bene l'idea. Non voglio fare paragoni tra i due, così come non vorrei essere messa in ballo io. È vero che con Richard porto avanti un'amicizia da diciotto anni da quando abbiamo recitato insieme in Cotton Club. Ricordo come fosse estremamente paziente nei miei confronti in quel contesto. Per quanto riguarda il mio rapporto con Raoul devo dire che la prima scena che abbiamo girato è stata una scena d'amore così abbiamo subito rotto il ghiaccio e poi ci siamo potuti concentrare per il resto della storia sui dettagli del dialogo. Il nostro rapporto è stato sempre molto professionale e proprio per questo ci siamo promessi di fare una bella gita a Capri per conoscerci un po' meglio.

 

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