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a cura di Alessio Sperati
  


Mira Sorvino: l'anima candida di Hollywood
La protagonista di Wise Girls-Scelte d'onore si presenta alla stampa romana in tutta la sua avvenenza e simpatia.

di Alessio Sperati

Figlia d'arte, laureata con lode ad Harvard, la bella trentacinquenne Mira Sorvino unisce bellezza e intelligenza spiccando nel panorama mondiale e presentando un curriculum di tutto rispetto. Ha lavorato con Robert Redford, Woody Allen, Guillermo Del Toro e Spike Lee ed è stata nominata nel 1996 come una delle 50 donne più belle del mondo. Nata da un attore e sposata ad un attore, Mira sta cercando di scandagliare la sua professione espandendone ogni aspetto: dalla recitazione ha già fatto i suoi primi passi nella produzione e tenterà in futuro di cimentarsi nella regia. Sicuramente è una delle artiste più complete ed interessanti che il panorama mondiale possa oggi offrire.

Come trova il suo personaggio nel film? In cosa consistono le "scelte d'onore" che si trova costretta a fare la protagonista?
È un personaggio che si trova a fare delle scelte importanti, che possono cambiare la sua vita, scelte che possono sembrare anche immorali, ma quando si rende conto della sua situazione, va alla ricerca di una sorta di redenzione. Non è facile trovare un ruolo femminile coinvolgente, questo mi è sembrato piuttosto interessante.

Perché secondo lei per le storie di mafia vengono sempre impiegati attori italo-americani?
In ogni thriller che si rispetti c'è un elemento negativo, l'elemento criminale; in Wisegirls tale elemento è costituito dalla mafia, ed è solo una coincidenza che ci sia io. Non credo sia un'associazione automatica, almeno per me non lo è.

Ci sono in circolazione molte storie in questo periodo, basate sull'amicizia tra tre donne. Quali sono gli elementi che contraddistinguono la sua vicenda?

L'elemento del tradimento, rende sicuramente questa storia un po' più particolare, poi la complessità della vicenda richiede una particolare attenzione. Inoltre manca la storia d'amore di base, presente invece in molti altri film.

Lei è mai stata tradita da un'amica?
No, e spero di non esserlo mai.

Crede nell'amicizia?

Moltissimo.

La scelta di film quasi sempre indipendenti, viene da lei stessa o da un'imposizione degli Studios?
Io cerco sempre ruoli di un certo fascino ed amo molto il teatro per le possibilità espressive che dà, due anni fa ho anche recitato a Broadway. Dunque seleziono un certo genere di film, non però pensando alla loro provenienza e destinazione, ma per trama e personaggi. È difficile trovare dei buoni ruoli femminili nel cinema moderno, negli anni '80 c'erano ruoli di un certo spessore: ricordo con piacere Meryl Streep in Kramer contro Kramer, eccezionale no? Non che oggi non ci siano interpretazioni femminili di un certo nteresse, ma la mole di copioni per uomini non teme confronti.

Com'è stato lavorare al fianco di Mariah Carey, come giudica le sue doti artistiche?
Mariah è una ragazza molto divertente ed in questo ruolo è stata perfetta; è stato molto divertente lavorare con lei.

Lei è professionalmente attratta dall'Europa, forse per le sue origini italiane, o per altre ragioni?
Il fatto di essere di origine italiana, mi fa sentire molto vicina a questi luoghi. Mio nonno era di Napoli, del Vomero, mentre mia nonna era Molisana. L'anno scorso sono venuta in Italia ed ho conosciuto molti miei cugini di Napoli: mi sono divertita moltissimo con loro.Ho l'impressione che gli Europei sappiano vivere in modo meno superficiale, voglio sfuggire dalla superficialità di Hollywood. Poi passeggiare in mezzo alla storia, mangiare bene…Non ci sono paragoni con Los Angeles.

Le piacerebbe recitare in un musical?
Sì, mi piacerebbe molto perché amo la musica, specialmente il jazz, e poi mi piace molto ballare; ho preso lezioni sia di musica che di ballo, quindi mi piacerebbe mettere in pratica quello che ho imparato.

E fare la regista?
Sarebbe la naturale evoluzione della mia carriera, ma dovrei trovare una storia veramente appassionante; del resto ho già prodotto un paio di film.

Riguardo la carenza di ruoli femminili di rilievo, ha mai pensato di scriverne uno, considerata la sua cultura e la sua preparazione tecnica?
Non so se sarei capace di scrivere un buon copione, fare il regista è più facile che scrivere soggetti e sceneggiature.

Lei che ha abitato per un certo periodo a New York, come vive questo delicato periodo storico e come ha vissuto l'11 settembre 2001?
È un momento veramente difficile, io non vorrei mai vedere guerre nel mondo. L'11 settembre è rimasto per gli abitanti di New York come una sorta di lutto ancora oggi, a distanza di un anno. Questo evento terribile ha in qualche modo aperto gli occhi a tutti gli Americani che hanno sempre vissuto in una palla di vetro pensando che le tragedie non potessero avvenire in mezzo a loro.

Mi dice qualcosa sui suoi progetti futuri? Dopo l'esperienza di Semana Santa, le piacerebbe lavorare ancora con suo marito, Olivier Martinez?
Lavorare con il proprio compagno è una sfida molto difficile, non tutti sono come Cruise e la Kidman. A febbraio comunque uscirà Gods and Generals prodotto dalla Warner Bros., un film sulla guerra civile americana. È il momento migliore per fermarsi e guardare indietro.

Il rapporto con suo padre è mai stato professionalmente concorrenziale?
Mio padre è quasi una leggenda come attore, ma nel reale non ha un carattere dominante, non mi ha mai obbligata nelle mie scelte. Quando ho scelto di fare l'attrice mi ha solo detto che sbagliavo, ma poi si è rassegnato.

Mi parla dei suoi impegni nel sociale? So che porta avanti diverse attività in tal senso.
Sì, da qualche tempo collaboro con un'istituzione che si occupa dell'educazione delle giovani donne per la prevenzione del cancro al seno. Ho partecipato a diversi documentari di interesse sociale, insomma mi piace essere coinvolta direttamente in questo tipo di cose.

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